Se Berlusconi avesse detto: “Da domani niente più programmi di informazione” (spero) mezzo paese sarebbe in piazza. Ma siccome Berlusconi è un genio, non l’ha detto lui: lo ha fatto dire da altri, ottenendo lo stesso effetto: un editto ventriloquesco. Ecco come: il “Telebavaglio” appare per la prima volta in commissione di vigilanza. Un deputato di centrosinistra, l’onorevole Beltrandi (radicale) si mette a lavorare di fino, stendendo un regolamento attuativo della legge sulla par condicio, molto più severo e macchinoso della stessa legge. Risultato: il centrodestra lo vota in modo entusiastico (e ti credo). Effetti. Una prima censura si abbatte su tutti i programmi di informazione Rai. Resta il problema degli altri: ci pensa l’Agcom, che estende il regolamento a Mediaset, Sky, La7 e tutti i canali privati. Un’altra follia: sarebbe come se la Pepsi Cola decidesse di togliere le bollicine, e una authority imponesse alla Coca cola di fare altrettanto. Infatti, se (purtroppo) la Vigilanza è l’editore della Rai, è possibile che le sue regole vengano imposte anche ai concorrenti? Per una tv come La7 (quella dove conduco il mio programma, Tetris) che fonda la sua programmazione su informazione e programmi di qualità, è un colpo durissimo. Ecco alcune delle perle del testo. A trenta giorni dal voto 1) A decidere gli ospiti politici da invitare sono i partiti (non zaccade nemmeno nella Russia di Putin). 2) Non si può parlare di politica senza ospitare i politici voluti dai partiti. 3) Anche se si accetta di invitare i politici designati dalle segreterie, bisogna invitarne almeno 50, in massimo due settimane. Perché? Semplice: il regolamento Beltrandi impone uno per ogni lista nazionale (circa 15), più uno per ogni lista che copra 1/4 del territorio. 4) La norma impone anche di invitare tutti i candidati presidente di tutte le regioni (moltiplicate 13 per 2-4).
5) Dettaglio curioso: la legge è già in vigore, ma il termine per la presentazione delle liste scatta domani. Quindi il calcolo di tutti gli invitati non si può ancora fare: non sono meno di 50, però. Esempio di scuola. Voglio fare una puntata sui partiti e la nuova tangentopoli? Non posso. Voglio parlare dei dissidenti finiani del Pdl? Se il Pdl vuole, mi manda Cicchitto e Verdini. Voglio fare una puntata con l’onorevole Beltrandi sulla libertà di informazione? Non posso fare nemmeno quella. Perché se i radicali mi mandano Pannella non posso avere Beltrandi. E poi perchè per intervistare lui sulla sua legge 10 minuti, devo fare dieci minuti di intervista ad altre 15 liste. Il bello è che anche l’onorevole Beltrandi concorda su un fatto: “Applicare il suo regolamento alle tv private è una follia”. Poteva pensarci prima.
Luca
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