Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

I dieci passi dell’operaio Gigi

E’ vero, ne abbiamo scritto anche noi, del “World class Manufacturing”, ma – lo ammettiamo – non riusciamo ad esser rapiti dall’estasi come Il Sole 24 ore riottiano, che brilla di entusiasmo, ogni volta che tratta di cottimo. E’ un peccato che i recalcitranti operai di Pomigliano non leggano il quotidiano di Confindustria, altrimenti scoprirebbero – attraverso la pedagogica penna dell’ottimo Paolo Bricco – le straordinarie potenzialità del nuovo accordo, spiegate con dovizia di dettagli, chiarezza espositiva e piglio avvincente. Prendete questo attacco folgorante: “Alla Fiat di Pomigliano, con l’applicazione congiunta del World class manufacturing e del sistema Ergo-Uas, tutte le volte che prenderà  un componente per montarlo sulla nuova Panda, l’operaio Gigi non dovrà fare più di 10 passi”. Capito Gigi? “A Stoccarda -prosegue Bricco – l’applicazione di questi principi è stata così coerente con la rigidità dello spirito tedesco che, di passi, il suo collega Hans non ne fa più di 3”. Ma, avverte con simpatico paternalismo il Sole, “Hans Non è più bravo di Gigi”. No, perbacco. “Semplicemente il Word, class Manufacturing, declinazione occidentalizzata dei principi del toyotismo, si adatta in maniera plastica agli ambienti e alle fabbriche a cui viene applicato”. Che bello. Marchionne ha scelto questo sistema anche per Pomigliano “e – prosegue rapito il Sole – la riduzione degli spazi permetterà all’operaio Gigi, per alcune operazioni, di non muoversi da una parte all’altra, ma di torcere semplicemente il busto”. Praticamente un passeggiata: “il rischio di procurarsi un malanno per la ripetitività dei movimenti dovrebbe ridursi della metà”. Il bello è che, spiega ancora “il Sole”, gli operai di Pomigliano non capiscono a quale fortuna stiano andando incontro: “Gigi non lo sa ancora – spiega pazientemente Bricco – ma secondo la letteratura economica dovrebbe ridurre fino a un massimo del 57% i tempi delle sue operazioni di montaggio”. Poi “il Sole” si commuove sull’esempio tedesco: “Le strategie sono eseguite con precisione quasi religiosa dall’operaio Hans”. Chissà perché il quotidiano di Don Riotta  si dimentica di dire che, con l’accordo, l’operaio Gigi perderà i cosiddetti “fattori di recupero e riposo”. Prima, cioé, doveva essere produttivo “solo” il 90% del suo tempo. Ora il 100%. Se gli cade un bullone e si china a raccoglierlo, anche se religiosamente, va fuori tempo. Fiat voluntas Dei. Amen.
 
di Luca Telese

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2 risposte a “I dieci passi dell’operaio Gigi”

  1. Avatar Roberto

    ridurre fino a un massimo del 57% i tempi delle sue operazioni di montaggio”:
    In pratica una macchina, non più un uomo.
    Mi ricorda una scena di Schindler list, col nazista che punta la pistola (e fa fuoco) perchè il cardine non è stato montato “nei tempi”. Almeno in quel caso la pistola si inceppa…

    Provo disgusto per chi scrive -entusiasta- della riduzione in schiavitù di un suo simile, come la Riotta band.
    Grazie di questo articolo Telese, per quanto agghiacciante una lettura educativa sui miti dello sviluppismo

  2. Avatar Antonio
    Antonio

    Roberto, in realtà la pistola nel film si inceppò e l’ebreo scampò miracolosamente alla morte.

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