di LUCA TELESE
Alla Fiat va in onda “il Grande Fratello Contratto”, o “il cinegiornale Marchionne”, ovvero un nuovo modulo di comunicazione propagandistica che farà sicuramente epoca, condensato in un cd e in un apposito manualetto. Anzi, no. Alla Fiat va in onda un rigoroso documentario informativo che mette al corrente gli operai delle straordinarie opportunità che questo nuovo contratto offre loro. Siete disorientati? Avete ragione. Ecco perché, prima di spiegarvi di cosa si tratta dobbiamo darvi le istruzioni per la lettura di questo articolo: siccome la notizia di cui vi stiamo per raccontare segue di un giorno la condanna del giornalista Corrado Formigli a 7 milioni di euro per danni morali e patrimoniali all’azienda (in seguito a un servizio considerato troppo critico sull’Alfa Romeo Mito), in ottemperanza al nuovo stile di scrittura inaugurato nei tribunali che giudicano il Lingotto, ogni nota che può essere considerata ostile alla Fiat, in questo articolo, sarà compensata anche da un commento favorevole. IL FATTO è questo: da pochi giorni, negli stabilimenti dell’azienda di Marchionne sta andando in onda a ciclo continuo, sugli schermi della diffusione interna, un meraviglioso filmino di 6 minuti e 45 secondi che illustra agli operai le meraviglie del nuovo contratto. Immaginatevi la scena: l’operaio Ciro se ne sta alla catena di montaggio della nuova Panda, combattuto dal problema di dover fare la pipì e avere a disposizione (grazie alla nuove norme) dieci minuti di pausa in meno, ed ecco che davanti a lui scorrono le immagini di questa meravigliosa campagna di indottrinamento. Basta con le obsolescenze dei sindacalisti, con tutte le chiacchiere vuote sui diritti. Basta anche con l’iconografia triste degli operai, in tuta blu e con la barba lunga. Lei, ragazza bruna con i capelli a caschetto, seno volitivo e sorriso smagliante, pare pronta per una telenovela. Lui, simpatica aria da tonno, capelli sale e pepe, camicia bianca e jeans è perfetto per la pubblicità del dentifricio: “Questo contratto – si chiede rapita lei – migliora le nostre condizioni?”. Le risposte rassicuranti di lui son tutto un programma: “Il contratto prevede una nuova busta paga che ha effetti quando si lavora di più”. Ovvero: non ci sono aumenti, ma usiamo una formulazione che lo lasci intendere, magari qualcuno ci crede. D’altra parte lo scenario in cui va in onda la grande campagna di propaganda della Fiat è questo. Nelle nuove fabbriche dell’azienda, a partire da Pomigliano, lo schermo del cinegiornale-Lingotto arriva dopo che il campo è stato già preparato a dovere. Quelli che non hanno condiviso il contratto vengono tenuti fuori dalle nuove assunzioni (ad esempio 600 operai della Fiom a Pomigliano, nessuno dei quali è stato finora assunto) e così i dipendenti non vengono disturbati da antipatiche voci dissonanti. Mentre a tutti i capireparto viene fornito un accattivante kit da agit prop, con un bellissimo biglietto a visita e un numero verde per chiedere notizie e addirittura consulenze patronali, una brochure divisa in fascicoletti con una sorta di catechismo aziendale. Con lodevole efficienza la Fiat risolve il problema aperto dalla cacciata del sindacato sostituendolo. Esempio: “Per quel che riguarda la malattia: 1) Sono stati confermati i nostri trattamenti aziendali di miglior favore rispetto alla legge e in relazione alla malattia di lunga durata; 2) Sono state individuate misure – scrive l’opuscolo meravigliosamente ottimista – per fronteggiare nuovi abusi”. Ecco, pensate, quando c’erano ancora quei perfidi delegati della Fiom avevano persino stampato, a loro spese, il contratto (quello vero) presentato dall’azienda. Così – a Mirafiori – gli operai avevano potuto apprendere che i primi tre giorni di malattia non erano pagati. INSIEME al kit dell’agit prop marchionniano arriva la nuova procedura: i dipendenti saranno riuniti a gruppi di venti per la catechesi del Nuovo Testamento. Agli operai, che evidentemente vengono considerati più sempliciotti, potranno essere dedicati non più di 15 minuti. Agli impiegati, che già sono più considerati, “Si potrà parlare per 30 minuti”. Saranno gli stessi capi, e non i sindacati che hanno sottoscritto l’accordo, a dedicarsi all’opera di indottrinamento. Nuova domanda del catechismo marchionniano: “Il diritto di sciopero sarà limitato?”. Risposta: “Non vi è alcuna limitazione”. Risposta interessante, se è vero che nessuno dei sindacati che ha sottoscritto l’accordo potrà scioperare contro il nuovo contratto. Tutto questo nello stabilimento in cui, lo ha raccontato ieri su Il Foglio Lanfranco Pace, gli operai che perdono colpi e non rispettano le cadenze della catena di montaggio vengono simpaticamente invitati da capi e sottocapi a recitare al microfono il grazioso scioglilingua: “Song un omm’e ’ merd”. È in questo clima collaborativo che la Fiom con il suo responsabile auto Giorgio Airaudo presenta 60 ricorsi contro le esclusioni discriminatorie. Speriamo vivamente che non siano ammessi, così che degli estranei non possano disturbare le illustrazioni del nuovo contratto fatte dai capi reparto anche “con lavagna luminosa”. L’opuscoletto prevede uno schema sintetico in cui si prescrive di impostare il discorso “1) Per emozioni, 2) Per immagini, 3) Per vantaggi” e in cui si prescrive addirittura che “a nessun concetto possono essere dedicati più di 2 / 3 minuti”. Grazie a Dio non si perde più tempo, da Marchionne a MarchiOrwell.
twitter@lucatelese
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