Caro Paolo,
mi trovo un po’ in difficoltà a risponderti alla domanda sull’egemonia culturale della sinistra, partendo dalla questione di piazza San Giovanni, visto che solo un problema con il bambino mi ha impedito di fare quello che volevo, cioè ad andare in piazza Navona per “l’Orgoglio laico” (come io e la mia compagna avevamo deciso).
E questo, poi, non perchè fossi attirato dalla lista di “guests” e stelline presenti sul palco, ma perchè volevo essere il più lontano possibile dalla triade Dio-Patria-Famiglia di piazza San Giovanni, brandita per motivare una manifestazione che poi, era sostanzialmente una manifestazione politica contro i Dico. Ora, la cosa curiosa, è che io ritengo dei pagliacci i leader di centrosinistra che dicevano di voler essere a piazza San Giovanni, ho trovato grottesco Fassino che voleva “Ascoltare entrambe le piazze”, mi è parso che Mastella abbia fatto la solita “mastellata” dicendo che lui si “sospendeva” da ministro per 24 ore (il tempo di andare a San Giovanni) per poi rientrare nei ranghi. Peggio ancora ha fatto il mserabile Rutelli, sostenendo che se lui non fosse stato ministro sarebbe andato a San Giovanni (pazzesco. Avrebbe potuto dire: se avessi le palle andrei lì, ma putroppo non ne sono provvisto). Vedi, ti è sembrata una manifestazione vincente, quella di piazza Navona, era un avamposto testimoniale, abbandonato da tutti i principali leader.
Il problema è: credo – al contrario di molti – che la Chiesa non dovrebbe darci precetti su cosa sia la famiglia. Che Razinger ci stia facendo rimpiangere GIovanni Paolo II. Che la Chiesa non debba promuovere battalge contro o a favore di leggi dell nostro Stato. Un po’ perchè provarono a farlo nel 1974 sul divorzio e sbagliarono catastroficamente (la possibilità di divorziare ha salvato il matrimonio, altro che distruggerlo) e un po’ perchè – come ha scritto Francesco Merlo su La Repubblica – trovo davvero ridicolo che chi ha scelto di farsi celibe per amore di Dio (motivazone nobilissima), ovvero gli unici che hanno rinunciato alla famiglia per scelta, pretendano di spiegare cosa sia la famiglia a chi invece ha scelto di metterla su. Io e la mia compagna non siamo sposati. Abbiamo un bambino. Non siamo forse una famiglia? Dobbiiamo farci dire da Bagnasco cosa significa no la famiglia o l’amore? Io non pretendo gli stessi diritti di una coppia sposata (che ha fatto un passo di responsabilità e impegno più grosso) ma un minimo di tutele sì. E credo che sia un fatto di civiltà concedere i diritti previdenziali, ereditari e assistenziali anche alle coppie gay: se si scremano le coglionate ideologiche si scopre che non fa un soldo di danno a nessuno.
Invece, su questa questione, nel vuoto culturale assoluto della sinistra, che non ha difeso minimamente il diritto ai Pacs, è nato il compromesso al ribasso dei Dico, anche quello non difeso da nessuno, se non dai radicali e dallo Sdi, e pochi altri sparuti laici. Adesso i Dico sono figli di nessuno anche in Parlamento, perchè il curato che gida il governo che li ha messi a punto non ha il coraggio di affrontare un voto su questo tema, e preferisce tirare a campare che impegnarsi in una cosa in cui non crede.
Allora, la tua domanda sull’egemonia, stavolta era malposta: il vento è cambiato, i centristi come Rutelli avrebbero dato qualunque cosa per baciare qualche tonaca e qualche sottana talare a piazza San Giovanni, e Povia ha fatto tredici al totocalcio, perchè si è schierato prima, da solitario, sulle posizioni su cui presto convergeranno tutti. Questa volta è vero, un po di auto-vittimismo, Paolo, ti ha impedito di capire chi sta vincendo e chi no. E stanno vincendo i neocatecumeni ratzingeriani, perchè almeno loro ci credono.
Luca
* risposta di Telese ad utente del blog "Cuorineri.it"
Rispondi