Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

«Sogno da 10 anni l’asse Berlusconi-Veltroni»

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Entri nel salotto di Francesco Cossiga illudendoti che sarai tu a intervistare lui. Dopo tre minuti – come sempre – è lui a intervistare se stesso: «Allora – sorride – ecco che cosa lei dovrà chiedermi se vuole far capire qualcosa ai suoi lettori. Per prima cosa: Presidente, se l’aspettava? e dopo: Questo accordo è una cosa seria o uno scherzo? Terzo, eh, eh…» Cosa? «Mi domandi: Ma può avere successo il… “Veltru-sconi”?». Ovviamente Cossiga fa da sé, ma tocca i punti cruciali. L’intervista si fa subito intrigante e così rinunci a ogni vezzo e inizi proprio da dove vuole lui.
Lei se lo aspettava, insomma, questo «patto» Berlusconi-Veltroni?
«No, non me lo aspettavo: lo sogno e lo chiedo da dieci anni! Se vogliamo essere più chiari, alla sarda, S’ha da fa, l’inciucio. Bello per il titolo, no?».
Titolo a parte, presidente, a molti elettori della Cdl verrà un colpo.
«Solo a chi non vuol capire cosa sta accadendo davvero…».
E cosa sta accadendo, davvero?
«Da quando conosco Berlusconi?».
Lo chiede a me? Da quando diventò presidente della Repubblica?
«Noooh! Dal 1974. Me lo presentò Roberto Gervaso, con queste parole: “Ecco un imprenditore che diventerà importante”. Era ancora il Berlusconi con baffi: parlò a lungo, a me e all’amico Sarti, di Milano 2. Sia detto per inciso – eh, eh – non ci capimmo nulla».
Mi racconta questo per dire cosa?
«Per spiegarle che malgrado quel che si dice, Berlusconi non gioca mai d’azzardo. Non è un finanziere: è un industriale-impresario, un fondatore».
Vuol dire: il nuovo partito e l’accordo con Veltroni non sono azzardi?
«Berlusconi è da tempo imbarazzato da Fini e Casini: è convinto che parte dei freni all’azione riformatrice del suo governo siano stati l’azione di disturbo dell’Udc e il giustizialismo di An… i figliocci del codice Rocco».
Lei pensa che sia vero?
«Non mi interrompa, sennò non capisce! Cosa penso io, in questo momento è irrilevante. Ma tenga presente che tutta la crisi di governabilità discende alla legge elettorale. E chi l’ha imposta a Berlusconi?».
Casini?
«Bravo. Sentendosi eredi di una grande tradizione, i postdemocristiani hanno sempre pensato a Berlusconi come un… impiccio temporaneo».
Quindi Berlusconi recupera la sua autonomia…
«Ricorda cosa deve chiedere ora?».
No…
«Ahi! Tutti si domandano: è una operazione seria o una boutade? Be’, è una cosa serissima, la vera risposta alla nascita del Pd. Qualcuno dice: ma non è una cosa pubblicitaria?».
Ha già la risposta, vero?
«Certo. Anche il Pd è una… cosa pubblicitaria. Ma intanto il quadro politico viene cambiato da entrambi gli eventi!».
Come vede Veltroni?
«Mmhh… Da Clintonian-levinskiano a Kennedian-berli-moriano. Bene».
Mammamia! Non oso tradurre: ma «levinskiano» non pare un elogio…
«Invece lo è: non vede che Veltroni, col sorriso sulle labbra, ha già sterminato Margherita, prodiani, Rutelli, Fassino, i Ds? È poco?».
Più «cattivo» del suo amico D’Alema, a cui lo stesso gioco non riuscì?
«Uhhhh…! Degli ex dc ha salvato solo Franceschini, che è bravissimo, ed è già nella stanza dei bottoni: al primo incidente è il nuovo Lindon Johnson».
Non sia perfido, ci fu un omicidio…
«Per carità! Auguro cento anni di vita al Kennedy italiano. Dico solo che nel tempo della Casta, con i partiti in crisi, resteranno solo i due leader».
E Fini secondo lei si piegherà a un patto che lo mette in angolo?
«Sono molto amico di questo giovanotto bolognese: ma la vera svolta missina non l’ha fatta lui, ma Almirante».
I rapporti An-Forza Italia sono stati terremotati persino dai servizi di Striscia sulla nuova first lady finiana.
«Pare che sia di madre sarda! Non ho ancora la fortuna di conoscere la signorina Tulliani, ma l’ho apprezzata nel video con Gaucci».
Ahi ahi.. ora lei è feroce
«Amico mio, oggi You tube rende la sopravvivenza politica molto più difficile che ai miei tempi: detto questo, se un detonatore così piccolo può far tremare la Casa delle libertà significa che le mura non tenevano».
Lei ha detto che Veltroni è «chaveziano», e Berlusconi «peronista».
«Definizioni azzeccate, no? Berlusconi farà un partito di centro che sottrarrà elettori e quadri all’Udc»
Dovrei chiederle: il patto terrà?
«Ecco, bravo! Io vedo due passaggi cruciali in Parlamento. Il primo è la Commissione sul G8. Prodi la farà e Di Pietro e Mastella la berranno».
Il secondo è la legge elettorale…
«Ovvio. Vede, il Veltrusconi passerà. E allora, malgrado le chiacchiere, accadrà quel che dice… il maestro».
Chi? Sturzo? Andreotti?
«Macché. Crozza. Votata la riforma, infatti, Veltroni sarà di certo leale al governo. Ma anche… pacatamente, serenamente… lo farà cadere».


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