Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

«Sinistra snob sulla social card»

È un’opinionista dichiaratamente e orgogliosamente collocata nell’area riformista del centrosinistra. Ma ieri ha stupito gli osservatori con un editoriale su La Stampa in cui ha difeso la scelta della social card voluta da Giulio Tremonti. Così Lucia Annunziata (che da mesi tutte le sere conduce anche Titoli su Red tv, il canale satellitare vicino alla fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema) non solo spiega il perché della sua presa di posizione, ma taccia di snobismo tutti coloro che hanno criticato la misura presa dall’esecutivo. Spiega: «Anche il dibattito intorno a questo provvedimento pone una domanda al centrosinistra e al Pd. Stare all’opposizione vuol dire per forza opporsi a tutte le scelte del governo, anche a quelle sensate?».
Il fatto è che loro dicono che non è sensata, ma una forma di carità travestita.
«È proprio questo che mi stupisce, il primo nodo di riflessione. Che cos’hanno contro la carità? Rispetto al nulla, la carità è molto, direi. Ed è un problema culturale».
In che senso?
«Vedo in queste prese di posizione del Pd, e non solo del Pd, contro la carità il retaggio di un obsoleto ideologismo. Posso ricordare una vecchia barzelletta?».
Prego…
«Un comunista incontra una vecchietta per strada, che trema per il freddo. E le fa: “Mia cara, resisti ancora un po’, che cambieremo il mondo”. Poi incontra un cattolico che le dice: “Aspetti un attimo, signora, che le porto una coperta”».
Barzelletta anticomunista…
«Ma, direi, coglie bene una questione di fondo. Per la sinistra postcomunista, il fastidio per la carità nasce da questa ansia, da questa ambizione: siccome siamo impegnati nel riformare tutta la società, non ci possiamo perdere in un dettaglio».
E quindi?
«Solo l’idea della carità gli mette l’orticaria. Mentre io devo dire che la trovo non solo necessaria, ma anche utile».
È vista come una vecchia istituzione vittoriana, un retaggio del capitalismo ottocentesco…
«Già. Ma proprio la munificenza delle dame aristocratiche, prima dell’avvento del welfare, fu l’unico ammortizzatore sociale: quindi non la disprezzo affatto».
L’Unità ha messo in copertina delle monete, per dire che si tratta solo di un euro e 40 centesimi al giorno.
«Questo è il più aristocratico degli snobismi. In questa polemica c’è un altro nodo. Per me chi fa questi conti dimostra di non avere più il senso del denaro».
Se 40 euro vi sembran pochi?
«Non sono pochi affatto. Chi, come me, di carità un po’ se ne occupa, e ogni tanto partecipa alle cene dei poveri, sa che con 40 euro le famiglie normali, o a basso reddito ci campano una settimana. Con 40 euro si paga la bolletta dell’elettricità di un mese! Vuol dire che non capiscono la vita di chi non è come loro».
Qualcuno si offenderà per questa polemica.
«Non posso farci nulla se non hanno il senso del denaro: se andassero in un supermercato fuori dal centro, scoprirebbero che ci si può comprare latte, carne, formaggi. Che una famiglia di tre persone riesce a pagarsi una pizza…».
Ma i critici dicono: non risolve.
«A me questa posizione dà quasi fastidio. Come quelli che dicono: a che serve farli mangiare bene il giorno di Natale? Rispondo: se vivi tutto l’anno in mezzo alla strada, quel giorno ti aiuta, eccome».
Da destra alcuni critici dicono: così aiutate solo i poveri.
«Ho visto che Libero ci ha fatto la prima. Ma anche lì non sono d’accordo. Che c’entra il popolo delle partite Iva? Questo provvedimento costa molto meno di uno sgravio fiscale ai professionisti, ma salva molte vite. Permette a qualcuno di arrivare a fine mese».
Altra obiezione: la card è umiliante per chi la riceve.
(Sorride). «Chi lo dice, purtroppo, non ha la minima idea di chi siano i nuovi poveri. Io li vedo tutti giorni, in fila per la mensa della Caritas, quando torno a casa. Chi deve andare due volte a settimana dalla Caritas non ci vede nulla di umiliante in un aiuto. Anzi!».
Perché allora tanta resistenza?
«Gliel’ho detto. Per chi lavora nella politica e nella comunicazione, 40 euro è forse l’argent de poche di una giornata. Per chi vive con 500 euro è il 10%! Ma è quello che fa la differenza fra la povertà e la miseria. È molto più di 400 euro in più per uno che ne guadagna 4mila».
Quindi Tremonti è più a sinistra della sinistra?
«Ripeto, anche a destra c’è chi protesta. Però per la sinistra il capitalismo compassionevole è un paradosso. Una cosa che non va».
Deve essere per forza cattivo?
«Forse. Ma il punto è un altro. Non sarebbe più facile dire che se il governo fa una cosa giusta è opportuno non opporsi? Volete di più? Bene. Ma intanto quel che c’è di buono prendetelo!».


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8 risposte a “«Sinistra snob sulla social card»”

  1. Avatar seralf

    Non sono per niente d’accordo, si è parlato tanto e a sproposito di assistenzialismo, e solo stavolta non se ne parla. Anche di tasse, si è molto parlato: perchè non ripartire le tasse in maniera drasticamente propozionale? in tal modo chi prende 600 euro di pensione magari non paga tasse. E solo allora, magari, di danno contributi a chi non arriva manco ai 600.
    I 40 euro oggi permettono sicuramente di vivere una settimana a famiglie povere? benissimo, ma vorrei far presente che la povertà è oggi uno stato molto più “nebulizzato”, oggi è povero anche chi guadagna magari i 600 euro che dicevo sopra, e anche gente che -in quanto giovane e non appartenente allo status di famiglia- non percepirà neanche quel contributo. O molti anziani che non hanno pensione, nessuno ne parla mai ma esistono: ad esempio doveva farsi una legge per liberare contributi non bastanti alle pensioni, ma nessuno tra un ribaltone e l’altro ha avuto la responsabilità civile di farla.
    Non voglio inserirmi nella categoria dei critici ad ogni costo, però mettere questo genere di pezze non aiuta, chi frequenta centri di volontariato e assistenza, come l’Annunziata, sa bene che non si può ragionare sul fatto di disporre per questa volta di 10 o 100 euro in più, bisogna ragionare in termini più strutturali e sostanziali. E generalizzare, perchè altrimenti si aiutano si i poverissimi, e ben venga, ma ci si dimentica dei poveri insospettabili, quelli che fino a ieri avevano due macchine e che pure oggi hanno difficoltà.

  2. Avatar linda

    LA SOCIAL CARD E’ LA GHETTIZAZZIONE DELL’INDIVIDUO…(…)
    ANCHE LA BENEFICIENZA SE ANONIMA E’ SPLENDITA SE DICHIARATA E’ ESIBIZIONISMO E UMILIAZIONE PER CHI LA RICEVE…VEDI I PIANTI DI POVERA GENTE A c’e’ posta per te…(…)
    la mia e’ una opinione e non ha colore politico!
    linda
    http://italianiscostumati.splinder.com/

  3. Avatar linda

    Mi e’ scappata una zeta in piu’ GHETTIZZAZIONE…pardon!

  4. Avatar nedo
    nedo

    Non saprei proprio… vista da Gramsci l’attività di Telese è chiara: lui fa parte della centrale propagandistica nemica.
    Vista in un’ottica liberale lui è un cittadino che pubblica i suoi articoli e li firma.
    Secondo i beceri rossi è un venduto. Secondo altri è semplicemente uno che scrive per chi lo paga. (la differenza tra le ultime due è solo nel tono?)
    Secondo me sono valide tutte le interpretazioni.
    Passando alle cose serie: Tremonti è decisamente più a sinistra della sinistra che in realtà sta a destra e mangia caviale. E’ il vecchio argomento di Regan e dei conservatori americani. La destra italiana sta applicando le tecniche già usate negli USA. A quando anche qui l’accusa di elitismo? Veltroni usa il congiuntivo ogni tanto. Bertinotti sempre. Si vede che sono lontani dalla società. Per essere vicini invece basta annunciare la caccia al negro e il “porco Day” leghista. Ottimo. Annoto e rifletto. In tutto questo Telese che ruolo ha?

  5. Avatar Luca Telese
    Luca Telese

    Caro Nedo,
    quando vedo messaggi come uil tuo un po’ salto sulla sedia, perchè si capisce che sono scritti da persone intelligenti.Si capisce che sie di sinistra, che sei spaesato, che sei amareggiato, ma non si capisce cosa vuoi. Sesempio: leggi un’intervista a una editorialista che esprime un’opinione, Lucia Annunziata, e ti poni un quesito esistenziale sul ruolo di Telese – che sarei io – nel ruolo dell’informazione. Il che è curioso. Perchè non è nemmeno un aritcolo in cui esprimo ma mia opinione sulla social card, ma piùuttosto un pezzo in cui raccolgo quella di un’altra persona, peraltro indibutabilmente di sinistra, come Lucia Annunziata, anzi, più legata alla attuale classe dirigente del centrosinistra di quanto non sia il sottoscritto, una dalemiana che è orgogliosa di esserlo, e che ha diretto la Rai .Ecco perchè, se vuoi addentrarti nelle tue riflessioni sul mio “ruolo” (mi interessano sempre) forse prima dovresti chidermi cosa ne penso io. E ti rispondo subito: la scial card è un buon trucchetto populista (a basso costo, come i mutuoi) che diventa una posizione egemonica perchè dall’altra parte nonn c’è nulla, il vuoto pneumatico, ridicolo proposte del Pd (persino il Pdl le ha lasciate cadere) che dicono: detassare le tredicesime. Suona molto come Maria Antonietta e le brioches. Ed ecco cosa penso: per combattere il populismo bisogna essere molto meno chic, e smetterla di rivolgersi a chi ha le tredicesime, cioè ai garantiti. Ci sono migliai di precari che da questo natanle non portano a casa nermmeno il panettone, invisibili che scompaiono nel nulla. Putroppo.
    Luca

  6. Avatar Luca Telese
    Luca Telese

    E visto che hai scomodato Gramsci, credo che avrebbe detto così: “della centrale propagandistica nemica” fa parte tuo nonno. Ma io, per quanto sardo come lui, sono molto più bonario e ci rido su.
    L.

  7. Avatar nedo
    nedo

    touché

  8. Avatar evening gowns uk

    I must say, as much as I enjoyed reading what you had to say, I couldnt help but lose interest after a while. Its as if you had a fantastic grasp on the topic matter, but you forgot to include your readers. Perhaps you should think about this from much more than one angle. Or maybe you shouldnt generalise so a lot. Its better if you think about what others may have to say instead of just going for a gut reaction to the subject. Think about adjusting your own thought process and giving others who may read this the benefit of the doubt.

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