Quando ho visto Berlusconi ferito, ieri, ho provato simpatia per lui. Quando l’ho visto che si issava sopra la macchina con la faccia intrisa di sangue ho pensato che malgrado la distanza abissale che mi separa da lui, Berlusconi ha mostrato coraggio, grinta, quella capacità di non mollare mai che spesso manca ai suoi avversari esangui. Quando ho visto il primo piano sgranato Berlusconi che si contorceva con il labbro lacerato mentre lo infilano in macchina ho avuto la certezza che non sono minimamente vulnerabile alle cosiddette campagne “di odio politico” che lo vedrebbero protagonista. Istintivamente sto con lui, e non certo con i pazzi che alzano la mano contro di lui. Non esulto, non mi passa per la testa: mi fanno schifo quelli che esultano, i goliardi dementi che pensano di provare soddisfazione per un gesto impolitico e stolto come questo. Io non avrei detto quello che ha detto Di Pietro, non perché non fosse opportuno. Ma perché non è vero. Se Tartaglia non è solo un folle, (come sembra accertato) vuol dire che è un criminale.
Detto questo, senza esitazioni, dubbi o tentennamenti, non posso che trovare ridicolo e grottesco il coro propagandistico che si solleva in queste ore per trovare i possibili responsabili e cementare un nucleo di consenso intorno al premier strumentalizzando questo attentato. Se Tartaglia è un matto mitomane in cura da dieci anni (come lo sono la maggiorparte degli attentatori da Oswald in giù) che cosa c’entrano gli avversari di Berlusconi con la dinamica del suo gesto? C’era in atto una campagna d’odio contro John Lennon, forse, quando Mark Chapman esplose contro di lui cinque colpi di pistola al grido: “Ehi, Lenno, stai per entrare nella storia!”. Ovviamente no.
Se si parte dall’attentato contro Berlusconi per provare a delegittimare tutti quelli che non sono d’accordo con Berlusconi, si compie un gesto di violenza. Se si prova a dire che criticare Berlusconi significa armare la mano di un pazzo contro di lui, si sospende la possibilità di criticarlo. Quando uno che forse non era nemmeno pazzo, e si chiamava Antonio Pallante, sparò contro Palmiro Togliatti, il segretario del Pci disse dalla barella che lo portava in ospedale: “Dite ai compagni di non perdere la calma”. Fece l’operazione esattamente opposta a quella dei Bonaiuti e dei Capezzoni che provano a soffiare sul fuoco, o della singolare teoria espressa a mattino 5 dal professor Del Debbio: i commenti peggiori sono quelli del Capo dello Stato (perchè “ambiguo”) e di coloro che apparentemente solidarizzano (e in reraltà, smepre secondo Del Debbio, sarebbero contenti). Siamo al processo alle intenzioni.
Infine il ridicolo processo alla rete. C’è qualcuno che dice: ma su Facebook ci sono ventimila persone che inneggiano a quello che ha tirato il Duomo sul premier! Chi lo dice non sa cosa sia internet e non ha idea di cosa sia la rete. Facebook non è una cassazione della storia, non è un manifesto politico, non è un partito. Facebook è un luogo che contiene migliaia di spazi. Nessuno farebbe titoli su quello che si scrive nelle porte dei cessi negli Autogrill. E nessuno proporrebbe di chiudere gli Autogrill perché in qualche cesso qualcuno ha scritto insulti o numeri di telefono di qualcuno, o incitazioni all’omicidio. A me in questo momento Berlusconi suscita pena e simpatia. Vorrei che i suoi difensori d’ufficio e gli attivisti in servizio permanente attivo non facessero di tutto per farmela passare. Chi specula sul sangue, anche se esce dalle gengive, sbaglia sempre.
Berlusconi, Lennon, il sangue e il teorema di Tartaglia
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30 risposte a “Berlusconi, Lennon, il sangue e il teorema di Tartaglia”
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D’accordo su tutto.
Solo qualche appunto.
1) Mark Chapman era un mitomane fan di Lennon. Tartaglia, malato e psicolabile, è comunque una persona che non apprezza Berlusconi. Che ci sia un clima di merda nel Paese e che questo clima possa aver influenzato una mente malata, non mi pare un’ipotesi così assurda.
2) Un conto è criticare il governo cialtrone e il suo boss che stanno affossando il Paese, provvedimento su provvedimento. Un altro conto è additare tutti i giorni Berlusconi come mafioso, fascista, dittatore, puttaniere. Sono cose un po’ diverse. Che ottengono risultati diversi. Una cosa è la politica, un’altra è la propaganda spesso troppo aggressiva.
3) Togliatti, nel 1948, era a capo di un partito armato e rivoluzionario. Il Pdl è un’altra cosa. Ma è indubbio che gli sgherri di Berlusconi stiano provando a ottenere un risultato politico da questa situazione.
Cordiali saluti -
Invece è proprio quello il punto:
i mitomani che arriva ad aggreddire puntano il personaggio persino quando lo amano… E se Spatuzza accusa Berlusconi di collusioni con la mafia non si possono certo imputare i suoi oppositori. -
Ma nessuno qui ha mai definito tartaglia un mitomane. Almeno non risulta dalle dichiarazioni della sua psicologa. Se uno è psicolabile non è che diventa automaticamente Mark Chapman. Si dovrebbe cominciare a distinguere o no? Tartaglia stesso interrogato pare che abbia parlato di odio politico (detto tra noi, non mi fido di questa dichiarazione)..
Spatuzza: se Spatuzza accusa Berlusconi di essere un mafioso non è detto che il giorno dopo un giornale debba titolare: “Berlusconi mafioso” e non è detto che un politico debba cavalcare quella dichiarazione. Fino a prova contraria esistono i tribunali, le verifiche e tutto il resto. Nel caso di una condanna in via definitiva poi lo si mette in galera e si butta la chiave, ma questa è un’altra storia.
Dico solo che preferirei giornali e politici che fanno il culo a righe a Berlusconi per quanto sta governando male questo Paese. -
io ho scritto questo. ho 20 anni e sono uno studente di storia alla sapienza di roma:
Quello che è successo a Berlusconi, è l’opinione comune tra le persone provviste di giudizio, si trasformerà in un vantaggio politico per lui e per i suoi innumerevoli sgherri sparsi tra maggioranza e opposizione. Già pochi minuti dopo l’aggressione è iniziato il consueto affollamento di dichiarazioni “trasversali” di solidarietà e condanna inesorabile.
Per prima cosa, ciò che è da stabilire non è se sia da condannare o meno il funesto evento. Non farlo equivarrebbe a condividerlo, o quantomeno ad apprezzarne le intenzioni; chiunque lo fa se ne assume la precisa responsabilità. Dovrebbe avere l’onestà intellettuale di affermare che nella medesima situazione, salvo concedersi l’attenuante della mancanza di coraggio, avrebbe agito nello stesso modo. Il che, a sua volta, significa accettare e promuovere coerentemente un’idea di lotta politica, o anche solo di agire quotidiano, incentrati sulla violenza fisica. Di per sé non è un delitto, non è necessariamente una posizione illegittima, purché ce ne si assuma la responsabilità.
Premesso questo: l’intento degli amici di Berlusconi è quello, strumentale e pretestuoso, di affermare che alla base di quest’aggressione vi sia un clima generale di odio personale inaugurato e perpetrato da una certa opposizione per liberarsi del presidente del consiglio.
Non c’è un solo elemento di questa storia che sembri avvalorare questa tesi: l’aggressore è un libero cittadino incensurato, con conclamati disturbi psichici (qualsiasi cosa voglia dire), che ha agito da solo e senza l’aiuto di nessuno.
Molti personaggi famosi sono stati vittime di aggressioni da parte di individui meno noti, senza che si potesse scorgere nessun clima d’odio sotteso e nessun indurimento della lotta politica. Anzi, più spesso, il clima generale era di segno opposto: un clima di santificazione o addirittura di sacralizzazione o divinizzazione. E proprio influenzati e invasati da questo ambiente hanno agito, in certi casi, gli aggressori (faccio riferimento, come esempio, al caso dell’omicidio di John Lennon).
Fatto sta che, anche in questo caso, le opinioni dei politici di tutti gli schieramenti hanno recato l’insegna del più bieco conformismo e dell’aridità politica. Non fa eccezione la posizione di Di Pietro. Salvo ribadire la più ferma condanna per l’aggressione, questi ha anche aggiunto che non c’è di che stupirsi, visto il clima di odio ingenerato dall’aggressività verbale del presidente del consiglio.
Chiaramente Di Pietro ha voluto cavalcare la prevedibile soddisfazione, anche solo goliardica, di coloro che non hanno simpatia per Berlusconi, tra cui i suoi elettori. Ma la sua posizione ha il difetto di essere uguale e contraria a quella di tutti gli altri. Contraria, certo. Ma anche uguale. Cioè rovescia la responsabilità del clima d’odio politico da sé e dagli altri presunti oppositori di Berlusconi a Berlusconi stesso; ma questo vuol dire che accetta l’assioma dell’esistenza di un clima politico violento in questo paese, come vogliono dimostrare anche gli amici del premier. Fatto che può anche essere vero in teoria, ma di certo non è riscontrabile in alcun modo nell’evento di cui stiamo parlando.
Giungiamo così al problema dell’idea di verità come è ricavabile da coloro che governano la politica, l’informazione e conseguentemente l’opinione pubblica in questo paese.
Mi pare infatti che, rispetto all’analisi di un certo fatto, essi espongano sempre o una sola verità, assoluta e incontrovertibile, oppure due, relative e contrarie tra loro.
La prima verità è la base condivisa della discussione politica, e assume la forma di assioma o postulato: per esempio, se si vuole discutere della questione dei crocifissi nelle aule di scuola, la verità una e incontrovertibile è che il crocifisso è un simbolo della tradizione e della cultura del nostro paese. Cosa, a mio avviso, discutibile sotto molti punti di vista. Le due verità, invece, le poche volte che si arriva ad averne addirittura due, rappresentano le due diverse opinioni politiche delle due fazioni contrapposte. Molto spesso posizioni contrarie tra loro al solo scopo di dare l’immagine illusoria di un conflitto permanente. Approfondirò l’argomento un’altra volta.
E torniamo all’aggressione. Mi sembra che la vera questione politica nel merito riguardi la condizione di scarsa sicurezza nella quale vive il presidente del consiglio. Quando La Russa parla di “terrorismo” per catalogare ciò che è accaduto, dovrebbe considerare che, se di terrorismo si è trattato, è un terrorismo interno allo Stato, è un terrorismo di Stato. Garantire la sicurezza di un alto esponente dello Stato, per giunta in un’occasione simile, è una responsabilità precipua dello Stato stesso. E del governo. Che Berlusconi in persona presiede. Cercheranno di argomentare che questi è un uomo che ama stare tra la folla, che gode nel percepire il calore della gente. Ma questo, come si sa bene e come è vero ovunque per gli uomini di potere, costituisce dei seri rischi. Mettersi in un tale pericolo è una grave mancanza di responsabilità del presidente del consiglio.
Con questo non voglio si pensi che io intenda rovesciare la colpa dal carnefice alla vittima.
Perché, vi assicuro, so distinguere bene un carnefice da una vittima. E sono certo che l’uomo che ha aggredito Berlusconi, anche senza individuare in quest’ultimo la figura del carnefice, è e sarà in futuro la vera vittima di quello che è successo. E allora, non solo dovremo vigilare affinché l’inevitabile vicenda giudiziaria si svolga nella piena legalità e nel rispetto della dignità della sua persona, ma anche dovremo tirar fuori da noi stessi la pena, la compassione ma soprattutto la comprensione umana che quest’uomo non troverà mai nei deserti di finta indignazione della politica e della stampa di regime.david gallerano
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curiosa la cosa: anche io ho subito pensato a lennon…
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Sono d’accordo parola per parola! con lei sig. Telese!
Non mi piace la politica di Berlusconi, nè quello che rappresenta, però ho sempre avuto simpatia per lui come uomo!sembra assurdo?
a me no!
a me sembra assurdo che qualsiasi cosa in questo paese debba essere visto solo con l’occhio di opposte tifoserie e che chiunque provi ad essere obbiettivo venga sempre tirato per la giacca dall’uno o dall’altro. Possibile che quì i fatti oggettivi non servano più a descrivere la realtà ma che ognuno usi alcuni fatti per descrivere una realtà di comodo?
Io di realtà ne vedo una sola e la vedo esattamente come l’ha descritta lei; ma forse anche io e lei abbiamo una visione di comodo della realtà!
Mi scusi io sono una persona ignorante, ma davvero lo sono non lo dico tanto per dire, e probabilmente sto commentando qualcosa superiore alle mie possibiltà ma ho letto il suo commento di oggi e sono davvero contenta di averlo fatto volevo solo dirle questo!
Grazie -
Telese alla conduzione della Zanzara, please.
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Telese,
l’ho appena ascoltata alla Zanzara e sono quindi corso a leggere il suo blog.
A mio avviso Cruciani strumentalizza le dichiarazioni Bindi/Di Pietro, le piega alla sua deriva pro-Berlusconiana nella quale mi sembra caduto da qualche settimana.
Concordo pienamente con quanto lei ha detto in radio citando le frasi di berlusconi (“strozzare gli autori”), a me era venuto in mente il “possono morire” di La Russa o il “morire ammazzati” di Brunetta: nessuno sano di mente potrebbe ascrivere loro responsabilità se succedesse qualcosa!
Mi fa molto piacere che lei collabori col Fatto Quotidiano, del quale sono abbonato.
Continui così! -
Grazie a entrambi. Effettivamente Brunetta andrebbe ricordato. Lo terrò prersente per le prossime.
Luca -
Berlusconi ha dimostrato coraggio, grinta, capacità di non mollare ma non gli basta issarsi sul predellino dell’auto per sconfiggere la sua mortalità. Pensiamola in termini filosofici (e storici): Berlusconi è un comune mortale e tutto quello che ha fatto si concluderà in niente, Una persona che ha visto la morte in faccia non può non pensare a questo. Ha provato a sfuggire all’incedere dell’età, si è salvato da un pericoloso gesto criminale… ma rimane un comune mortale. Fra dieci anni (cosa sono dieci anni?) avrà 84 anni, fra venti (se ancora vivo) ne avrà 94….la morte per tutti ha uno sguardo!!!
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ma luca telese non eri quello che dava il culo per Berlusca, che marazzata ti è sucessa per un tale giro di chiappe?
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non amo Berlusconi come persona nè come uomo politico, ma quando ho visto le immagini dell’aggressione ho provato un senso di pena per lui. Penso che qualunque sia il nostro pensiero politico non dobbiamo usare mai la violenza, che io trovo di una bassezza unica,voglio convincermi che questo sia il gesto isolato di un folle magari di un criminale e che non sia invece il modo di agire di chi la pensa in maniera diversa dal premier, cosi come lo si vuole far passare. Mi rendo conto anche che un episodio del genere renderà il premier molto più simpatico, perchè agli italiani basta questo per dimenticare chi è stato Berlusconi e l’uso a suo vantaggio che fa della sua posizione politica.
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Grande Luca.
Grazie.
Ciao.
Graziano (sai chi sono). -
L’enturage di Silvio sta sapientemente strumentalizzando l’accaduto con una campagna diffamatoria nei confronti di una sinistra accostata al terrorismo degli anni settanta e demolendo l’unica vera opposizione al centrodestra: quella di Tonino Di Pietro, il cui unico errore è stato quello di essere (come Rosi Bindi) sincero e coerente con le sue idee, senza accodarsi ai cori di ipocrita deplorazione dell’accaduto. Cosa è accaduto? Un povero cristo psicolabile ha commesso un gesto inconsulto che lo macchierà, come il peccato originale, per tutta la vita. Se ragioniamo dietro non c’è nient’altro che questo, nient’altro …
Pasquino -
Lo psicolabile ha aggredito Berlusconi… E quelli che hanno aggredito la troupe di Anno Zero come possono essere giudicati??? Persone per bene solo perchè sono del Pdl??? Badate bene, che i cronisti sono stati aggrediti durante il discorsetto di Berlusconi che gridava Vergogna e quindi prima della famosa statuetta. Ma vabbè, quelli di nno Zero (non è uscita notizia) possono essere malmenati: sono di serie B
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D’accordo sulla pena che induce un anziano sanguinante aggredito a quel modo. Dicevo stamani che se, almeno per un momento non riesci a muoverti alla pietà verso chi cade contraddici ogni parola detta in nome di una qualsivoglia umanità. Poi passa. Poi, restando – ovvio – tutta la condanna per il gesto ( e per le ragioni più varie ), quando la cosa assume contorni meno tragici di quello che poteva essere, poi, a mente ferma, ti sovviene che il clima di odio, la verticale divisione del Paese ( Confalonieri dixit ) lo si deve in gran parte a lui. E ti sovvengono le parole concilianti sue e dei suoi ministri e la loro supponenza e la loro arroganza e la loro protervia e la loro crudeltà (ci ricordiamo dei Maroni Cattivi ?) anche.
E ci ricordiamo delle parole dello statista di Arcore in occasione dell’omicidio di Massimo D’Antona da parte delle BR : « Un regolamento di conti interno alla sinistra.» -
Marina Terragni, giornalista Corriere, dal suo blog.
Quando ci troviamo di fronte a qualcosa che va male quello che possiamo fare è stare lì ostinatamente a cercare di torcerlo verso il bene. Perché ogni circostanza, perfino la più nera delle circostanze, contiene un bene che va scovato e aiutato. Ce lo insegna tra i molti santi quella santa ragazza che fu Etty Hillesum, che prima di morire ad Auschwitz riuscì a trovare il filo del bene perfino a Westerbork, campo di detenzione nazista. A quel male che si presentava come assoluto, in cui la speranza non trovava punti di appiglio, lei non volle sottrarsi, pur potendolo fare. Etty diceva che si doveva stare al cospetto di quel male perché Dio andava aiutato e il bene aveva bisogno di tutta la nostra attenzione.
Il male che oggi vediamo in azione è infinitamente più piccolo e l’operazione è molto meno ardua. Si tratta semplicemente di voler cogliere in quello che sta capitando -mi riferisco all’aggressione al Presidente del Consiglio, all’immagine di quel vecchio uomo ferito e sanguinante, stanco come tutti vecchi uomini-, il baluginare di un’opportunità provvidenziale. Dico provvidenziale proprio perché potrebbe venircene un gran bene, che è quello di arrendersi all’intelligenza della pace e di liberare il conflitto politico da quell’assurdo che è l’odio, che quando entra in campo, come un mostro insaziabile, chiede attenzione esclusiva e divora tutto quello che trova.
I negoziatori più illuminati dicono che quello che conta per fare la pace, ben più che qualunque tavolo, è il fatto di tenerla ben presente in ogni istante, come priorità assoluta in tutte le cose che facciamo, qui e ora, immediatamente e senza rinvii. Allora la pace diventa un bene da subito disponibile e fa il miracolo di moltiplicarsi e propagarsi. La pace non ha bisogno dello scandaglio della ragione, di pesi e bilancini, dell’inventario del male fatto e subito, ma unicamente dello slancio della fede, o dell’abbandono vigile alla fede. Come insegna il Mahatma Gandhi, “essendo la non violenza la più potente forza del mondo e anche la più sfuggente nel suo meccanismo, richiederà il massimo della fede. Proprio come crediamo in Dio per fede, così dovremmo credere per fede anche nella non violenza”.
Le politiche e i politici di buona volontà hanno a disposizione questa opportunità da subito, possono praticare la pace da subito, senza se e senza ma. Non è semplicemente questione di abbassare i toni. Si tratta di elevare la speranza, il più nobile tra i compiti della politica. Di fare propaganda al bene. Di vedere quello che va, e di aprirgli la strada.
Con l’auspicio che anche questa lettera, non solo le parole dei propagatori di odio, trovi i suoi fan. A cominciare dagli amici politici. -
A me, caro Luca, Berlusconi non mi fa nè pena, nè simpatia, trovo quel gesto folle ed esecrabile ma c’è da dire che se Berlusconi si fosse comportato da uomo consapevole del suo ruolo sarebbe stato protetto da una scorta come si deve, non da quattro coglioni che gli fanno fare il cazzo che vuole; si sa che gli uomini pubblici possono essere soggetti a questo tipo di aggressioni; Se Obama (che mezza america vuole morto) si comportasse come Berlusconi sarebbe già bellechè sepolto e certo nessuno si sognerebbe di dare la colpa all’opposizione.
quanto al clima da guerra civile, a me pare proprio che sia stata la destra di lotta e di governo a sdoganare a livello istituzionale un linguaggio violentissimo nella complicità dei media che lo hanno sottovalutato e spacciato per modernismo.
per non parlare del discorso tenuto qualche giorno fa da B davanti al PPE nel quale si da dei golpisti a tutti gli uomini delle istituzioni che non sono proni al berlusconismo tout court.
Per la raccolta delle perle migliori rimando aTravaglio oggi su FQ -
le parole di di pietro sono sullo stesso piano di chi parla di “mandanti morali” dell’aggressione.
uno dice che è lui che si cerca la violenza, gli altri dicono che c’è che gliela scatena contro.
lei telese dice di provare simpatia per berlusconi in questo momento, lo capisco; io più che simpatia provo qualcosa che è solidarietà, o comunque un sentimento di vicinanza a chi è stato oggetto di violenza. però mi sembra chi sta intorno a berlusconi abbia già fatto tutto quello che poteva fare per “farcelo passare” questo sentimento, da un minuto dopo l’aggressione. -
Mi piace il paragone con le porte dei cessi publici. Da bene l’idea, purtroppo.
D’altra parte, se e’ vero che una scritta sulla porta si puo anche non leggere, e’ anche vero che se qualcuno la fa fuori dal buco, la cosa diventa piu problematica!
E c’e sempre qualcuno, dall’altra parte dell’esagerazione se vogliamo, che spaccia per liberta la possibilita’ di farla fuori dal buco.
Come districarsi? Andando solo sui blog dei professionisti e su wikipedia? E per i minorenni? -
Sto conoscendo ora questo sito. Stavo per scrivere un articolo per il mio, e per premunirmi avevo cercato se qualcuno avesse utilizzato il teorema di Tartaglia come punning: non potevo pretendere d’essere l’unico… Confesso che mi sento abbastanza soddisfatto di quanto leggo, e quindi credo che non avrò alcuna necessità d’ingolfare la rete con un mio contributo, peraltro quasi duplicato, e sicuramente molto meno tenero e più freddo.
Fermo restando che certi atti siano, assolutamente, tanto inutili quanto barbari, il “ciccio” ha destato pena solo per il momento: col senno di poi, s’è capita l’immediata necessità di strumentalizzare il fatto che ebbe già sin dalla sua prima uscita dal tettuccio. Il labbro sporgente e gli occhi vitrei sembravano offerti alla berlina dei soliti comunisti mangia-bambini, e ora anche trita-nani. Strano è anche che certi giornali si siano affrettati a precisare “in calce” che la famiglia Tartaglia voti PD, senza però “odiare Berlusconi”, e che il padre si dissociasse dall’azione del figlio, che il giorno dopo (forse convinto a farlo con le buone…) si è detto contrito d’averlo tritato. Certo, uno si può sempre ravvedere, e chiedere scusa: solo i cretini non cambiano mai idea… peccato che a cambiarla non inizino mai proprio coloro i quali difendono quelle più sbagliate, additando spesso e volentieri quelle altrui, col risultato di far montare la panna: anzi, direi farla cuocere.
La provocazione è stata stillicidio, in questi 10 anni; malauguratamente, al governo abbiamo dei reazionari protervi, degno output di una borghesia paternalista, padronale e deutero-fascistoide, costituita da un reimpasto eterogeneo di fuoriusciti che non saprebbero cos’altro fare nella vita, qualora la loro mezza tacca sui tacchi finisse in galera (aut similia…). Per il momento, è quasi certo che vorranno innanzitutto chiudere facebook (non eliminare le pagine: chiudere proprio il sito, così si tolgono il pensiero una tantum…): senza accorgersi che, così facendo, quei 40.000 se li troverebbero sotto il balcone l’indomani, raddoppiati, verticali, sicuramente caldi, e magari con le mani occupate (scusate l’eufemismo: viceversa, avrebbero potuto prenderla per “istigazione alla violenza”…)… Non che mi importi di FB (è il sito più inutile e ambiguo che esista in natura), sia chiaro: ma è l’azione, a contare. D’altronde, non diceva forse quel tale — e molto tempo dopo averlo tacciato d’essere mafioso e piduista — che se il partito verde-pisello (quello che “ce l’ha duro”…) non avesse ottenuto certe cosucce, si sarebbero presentati coi fucili in mano? Vare Vare, redde mihi legiones… -
Caro Luca,
condivido ogni virgola del tuo intervento. Mi chiedo perché non compare sull’Antefatto. Il suo blog in questi giorni è infrequentabile, tra sostenitori del “ben gli sta” e mattoidi che insinuano la teoria del complotto secondo la quale non ci sarebbe stato nessun attentato e sarebbe tutta una montatura.
Trovo perfetto il tuo paragone tra una parte della rete e i cessi dell’autogrill. Ma a questo siamo ridotti? La rete non doveva essere una nuova forma di partecipazione democratica?
C’è un’ultima considerazione da fare. Non sarebbe il caso di fare una bella riflessione su un certo modo di intendere l’opposizione? Se Berlusconi è un mafioso, corruttore e puttaniere, non diventa perfino “giusto” colpirlo così? -
Beh, suvvia: che non ci sarebbe stato alcun attentato, sarebbe piuttosto eccessivo…
E’ però singolare e curioso, che Tartaglia si chiamasse così per esser stato ferito alla bocca (da un soldato francese, beninteso), e che morì un 13 dicembre (del 1557, beninteso). Ridiamoci sopra. -
E’ inutile girarci attorno, le immagini parlano chiaro: da un lato un uomo che entrerà nella storia con la dimensione dell’eroe, capace di segnare una svolta nel destino del paese. Dall’alta tanti piccoletti livorosi che vivono o sopravvivono (materialente!) grazie a lui. Dallo sconclusionato di pietro al frigido travaglio, da santoro ai mezzibusti di secondo piano che leccano le mani quando vengono chiamati da Ominibus, da bruto e cazzo (fini e casini) a…..
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leggo da diverse parti che esce l’ipotesi di una qualche montatura…
sicuri totalmente che non lo sia? Ci sono spiegazioni e video che lasciano perplessi. -
Solidarizzo con l’uomo-Silvio per il dolore che ha provato, perchè la violenza è sempre e comunque da condannare, ma solidarizzo anche con Di Pietro, perchè (al contrario di quanto sostieni tu) ha sbagliato nei tempi e nei modi, non nella sostanza delle sue argomentazioni.
Chi ha parlato di clima da guerra civile? chi ha dato dei “sub-umani” ai giudici? chi ha offeso personalmente Rosy Bindi in diretta tv in quel modo così volgare? (Luca, tu ce lo vedresti un De Gasperi intervenire in diretta per offendere Nilde Iotti? O un Andreotti fare altrettanto? impensabile. L’imbarbarimento della politica è passato anche e soprattutto dal signor B. inutile girarci attorno).
Ma veniamo a domenica. Erano giorni che pensavo che l’ometto fosse in una così palese crisi che sarebbe servito solo un miracolo per salvarlo. I nodi svavano venendo tutti al pettine e, soprattutto, il sig. B. stava commettendo una serie infinita di errori. Serviva proprio un miracolo per salvarlo, mi dicevo. Un colpo di coda. Poi accade il fattaccio: un disturbato mentale -indisturbato- scaglia un oggetto. Chi, come me, ha giocato a calcio sa bene cosa significhi ricevere una botta al naso: è un dolore fortissimo, micidiale, clamoroso… in quei momenti non riesci a togliere le mani dal naso stesso, è un riflesso istintivo cui non ti puoi opporre; e poi ti lacrimano gli occhi copiosamente, ed il dolore persiste. Non viene granché voglia di tornare indietro, uscire dalla macchina, stare in auto mostrando il sangue. Sempre senza mettere nuovamente le mani sul viso.
Poi quelle belle frasi, che non sembrano affatto programmate: “perchè mi odiano?”, “l’amore trionfa sempre…”; e questa maggioranza così pronta a proporre “leggi-bavaglio” contro internet, ultimo dei canali liberi dal quale è venuto fuori l’unica vera protesta “di popolo” degli ultimi anni, a criminalizzare le uniche opposizioni ancora presenti nel paese. Ci sarebbe quasi da pensar male… -
Egregia Luisa, lei dubita non a torto: non è affatto impossibile che sia stata attuata una piccolissima montatura, al fine di segnare — sicuramente — una bella svolta nel destino nel paese, da parte di quest’uomo dall’animo e dalle capacità così incommensurabili, da rendere impossibile qualsiasi paragone con qualsiasi statista italiano degli ultimi 2650 anni (inclusi i fratelli Gracchi; nei cui riguardi stanno rosicando livorosi nell’avita tomba, omettendo però gratuite esternazioni, onde evitare d’incorrere in facili accuse di criminogenesi, e magari la chiusura del loro tetro loculo mediatico…).
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Sostenere che quello subito da Berlusconi sia un falso attentato è follia pura.
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Da un uomo disperato mi aspetto questo ed altro
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Tutto è possibile, oggigiorno. Purtroppo.
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