di Flavio Briatore*
Che tristezza, che tristezza. Questo è un paese in cui non puoi fare niente. Mille cose, mille impedimenti, vincoli, lacci, laccioli, ti legano le mani. Tu non puoi desertificare una zona, che ci vuoi fare lì il porto che subito ti arrivano le lettere. Ha capito? Tu gli porti il benessere e loro protestano pure. Io quando è così, lascio stare. Dico: “Ah, volete questo? E allora va bene, attracco da un'altra parte”. Perché non puoi più fare niente, ti arrendi. Ma te lo chiedi pure perché non investono in Italia? Perché appena sei qui e non puoi nemmeno dare una festa che ti chiedono: c'hai il permesso? Puoi occupare quel suolo? Puoi costruire? Allora, lo sai cosa faceva Soru? Prima ci ha messo la tassa sul lusso, e poi era lì che faceva favori alla Corsica. Come se uno dovesse pagare una tassa in più per il fatto che è ricco. E che è una colpa? Ma come? Io gli faccio pubblicità, alla Sardegna! Ci faccio scrivere tutti i giornali sopra, ogni anno, dovrebbero pagarmi loro! Tu non puoi nemmeno prendere a nolo, per dire, un’isola in cui vuoi ricevere gli amici, che ti fanno storie. Ti dicono “Eh, ma non è un’isola qualunque. E’ la Sardegna, c’è anche gente dentro!”. E allora? Diciamolo: così ammazzano l’economia. Perché non raccontiamo tutta la verità? Uno yacht che ti ormeggia nelle coste – no? – è una fortuna, ti fa fare una certa figura, ti riempie di prestigio agli occhi del mondo. A Ostia, gli yacht non ci attraccano mica. Sfigati sono, sfigati restano.
Che poi tutti a dire ‘sta storia di mio figlio, Nathan Falco. Oppure contenti che Elisabetta abbia perso il latte. Oppure tutti li a chiedere: ma di chi è la barca, la società, Briatore, eccetera. Noi siamo noi, capisci? Poi ci attaccano, dicono che diciamo cose senza senso. Ma perché, Nathan non può essere spaesato? I bambini sono adatti al mare. Se vai a Riccione, quanti ne trovi che hanno il canotto, e anche loro se li porti via si straniscono? Se vai a Scampia, i bambini sono abituati a stare nei vicoli. E allora perché Falco non si può stranire per lo yacht? Ecco perché lui sta su uno yacht e lì deve restare. E il bambino napoletano resta nei vicoli, così non si stranisce nessuno. Almeno c'è equità.
E invece ecco che si stupiscono che poi bisogna fare la manovra, servono le tasse. Per forza. Non fai girare l’economia, non favorisci l’iniziativa privata, tu Stato mi impedisci di muovermi, allora ecco che il paese va giù, a fondo. E lo paghiamo noi. Che poi, attenzione, io non sono stato sospeso dalla F1, eh! Attenzione. Mi hanno solo contestato una truffa, che è un’altra cosa. Qui c’è un’opinione pubblica addormentata che quando arrivano quelli della Finanza con i loro raid sceriffeschi non dicono nulla, tacciono o godono. Pare che se uno sta dalla parte della legge può tartassare chiunque, anche gli evasori. Pare che se uno evade non ha più diritti. Ma in che mondo viaviamo? Allora indignatevi di questo: in questo paese se solo sei un po’miliardario, se solo sei inquisito dalla giustizia sportiva, se solo hai il torto di aver costruito un locale di successo in uno dei posti più belli d’Italia, se solo sei circondato di belle fighe, se solo ti prendi per moglie una che dava i bacini proprio lì alla Farnesina, se solo c'hai uno yacht figo, diventi vittima dell’invidia sociale, della finanza, di una persecuzione politica. Eh no, io non ci sto.
(*testo raccolto sotto ipnosi da Luca Telese)
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