Una giornata di squali, caimani, spettri di complotti internazionali, battaglie parlamentari e leghisti sorridenti e sibillini.
Prima scena. ore 20.15, tana libera tutti a Montecitorio. La riforma dell’Università è passata, i deputati sciamano via dall’Aula con passi da Bersagliere, ma sul campo di battaglia restano morti e feriti. Due volte sotto, il governo, nella giornata, una dichiarazione di voto al cianuro da parte dei Futuristi, e Simone Baldelli, uno degli uomini d’aula del gruppone pidiellino che tira le somme con brutale ma lucida franchezza mentre scende le scale, così: “I finiani vogliono far vedere che ci tengono per le palle. Ogni tanto ci fanno mancare la maggioranza per dimostrare che hanno il coltello per il manico… E che alla fine decideranno loro – conclude Baldelli – quando staccare la spina”. Previsioni troppo pessimistiche? Un deputato del Pdl, Marcello De Angelis ha un’altra idea:“Alla fine della storia Futuro e libertà non può fare altro che astenersi, il 14 dicembre: non possono permettersi di perdere quattro voti se decidono di votare contro e se sanno che non tutti seguirebbero l’indicazione”.
Seconda scena. A pochi metri, nello stesso Transatlantico, un capanello si stringe intorno ad un sorridente Umberto Bossi. Il leader della Lega sembra di ottimo umore e ostenta soddisfazione. Gli chiedono: “Futuro e libertà ha detto che per l’ultima volta vota la fiducia…”. E lui: “Uhhh…. Come siete fantasiosi”. La giornalista, Betta Fiorito di Radio 24 torna alla carica: “Lo hanno detto loro…”. E il senatùr: “Signorina… Lei prende troppo sul serio le parole dei politici!. E poi – ghigno padano – se accadesse davvero non sarebbe un gran danno, eh, eh…”. Nuova domanda: “Lei dice così perché voi volete andare la voto….”. E allora Bossi unisce due dita, l’indice e il medio, allunga il braccio, e mima il gesto dello stantuffo: “Perché noi ce li…. eh, eh”.
Terza scena. Alla presentazione del libro di Antonio Caprarica, (titolo che calza anche per questi scenari, C’era una volta in Italia), il ministro Bobo Maroni duella con Nichi Vendola sul carosello metropolitano tra studenti e polizia. Poi, improvvisamente, approfitta di una replica per cambiare radicalmente passo e tema: “Se il 13 e 14 dicembre il governo Berlusconi dovesse cadere noi non parteciperemo a un governo istituzionale”. Fin qui tutto tranquillo, nulla di stupefacente. Poi arriva la sorpresina: “Se nel frattempo – aggiunge il ministro dell’Interno – non succede qualcosa, e non lo escludo, anzi lo auspico io per primo, la cosa più saggia è rendere la parola al popolo sovrano”. Ovvero: Maroni auspica che nel frattempo succeda qualcosa. Ma cosa può succedere: un governissimo, forse?
Quarta scena, senza audio. Ore 19.00. Una appariscente “divanettata” in pieno Transatlantico: appoggiati ai braccioli di pelle discutono fittamente Roberto Calderoli, Giulio Tremonti, Bobo Maroni. Il ministro dell’Economia si distrae solo quando passa Vendola, incuriosito dalla fede che il leader di Sinistra e libertà porta infilata nel pollice: “Ma quanti orecchini hai?”.
Quinta scena. Silvio Berlusconi – ed è una notizia – per un giorno tace. A parte una dichiarazione protocollare sulla riforma dell’Università, tace. Ma forse nulla racconta il suo umore meglio del retroscena di Ugo Magri su La Stampa di ieri: “C’è un complotto contro di me”. Di chi? Questo è il bello, ritorna lo spettro dello “squalo”, Rupert Murdoch. E cosa c’entra il tycoon australiano con la crisi? Apparentemente nulla. Ma le rivelazioni di Wikileaks sui festini e sulle ragazze bruciano, e il presidente del Consiglio ha un sospetto , che Magri riporta così: “Ecco domenica su Sky l’intervista a Nadia Macrì… Il Cavaliere è imbufalito, la logica giornalistica gli sfugge completamente vive lo ‘scoop’ come lesa maestà, sveglia all’alba i suoi fedelissimi dà loro ordine di contrattaccare (balzano fuori dalla trincea Osvaldo Napoli e l’avvocato Ghedini). Ed ecco le parole di Napoli: “Stupisce invece il tambureggiamento di alcuni mezzi di informazione, è il caso di Sky, sempre pronti a usare materiale di scarto e già di fatto scartato dopo i numerosi riscontri, pur di attaccare il presidente del Consiglio e, per questa via, destabilizzare il governo”. Sky contro Berlusconi? Un meccanismo a orologeria per sincronizzare la Macrì con le rivelazioni del sito americano? Maria Latella alla sola idea scoppia a sorridere: “Io faccio un unico mestiere, che è quello di dare le notizie”. E subito dopo aggiunge: “L’intervista, che ogni giornalista italiano avrebbe dovuto dare, l’abbiamo messa su appena l’abbiamo avuta tra le mani. Tanto per essere chiari: è stato uno dei record di ascolti di questi mesi”. Ma per Osvaldo Napoli non ci sono dubbi: “La manovra è evidente ma altrettanto evidente è che essa è destinata a fallire di fronte alla replica della realtà dei fatti”. Certo, si tratta di vecchie ruggini. Anche ai tempi dello scandalo Noemi Berlusconi si trovò ad inveire contro il fatto che “i giornali scandalistici australiani pubblichino indiscrezioni e articoli scandalistici per colpirmi”. Nel giorno in cui la guerriglia parlamentare tocca il suo culmine, il Cavaliere sospetta che si possano saldare nel calderone della fiducia il complotto internazionale e gli attentati degli odiati finiani. Immagina scenari, complotti. E forse, l’unica immagine che rimane nitida, se si sovrappongono tutte queste cartoline mosse è questa: il governo continua a traballare, e la Lega non è più granitica-mente compatta dietro le spalle dei suo premier. Forse la divanettata dei tre ministri nordici, è più pericolosa per Berlusconi, dello spettro dello Squalo.
Luca Telese
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