Luca Telese

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Giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico

L’urlo di De Falco : “Vada a bordo cazzo!”

di LUCA TELESE

"VADABBORDOCAZ-ZO!”. Mai avremmo potuto immaginare, nella infinita e drammatica comédie humaine squadernata dal naufragio del Concordia, con le sue nefandezze e le sue pagine straordinarie, mai avremmo creduto che quella catastrofe sarebbe diventata una metafora della nostra storia nazionale, che quei personaggi si sarebbero tramutati in maschere e simboli, che quel grido (auto) intercettato del comandante De Falco al capitano Schettino avrebbe così rapidamente acquisito la sonorità accattivante e campionabile dello slogan, rimbalzando da un capo all’altro della rete. CERTO, come abbiamo già provato a dire, il gioco degli stereotipi rende caricaturale la realtà invece che spiegarla: tutti dovremmo rifuggire alla tentazione della semplificazione consolatoria, al gioco degli eroi buoni da opporre ai cattivi turpi, degli angeli che combattono contro i “Capitan Codardo”, che – quando esistono – non sono mai figli di una follia individuale, ma di un sistema che la rende possibile. Ma è altrettanto certo che, nello stesso momento in cui ci chiediamo quanti Schettino ci siano nelle nostre istituzioni, selezionati dall’Italia del demerito, quel grido diventa una bandiera. È vero che mentre si crocifigge il capitano in fuga (occultata oltre il limite della decenza) sulla scialuppa con i suoi ufficiali, nello stesso attimo in cui questa immagine diventa così mediatica da tra-mutarsi in un frammento della campagna per la corsa al-l’Eliseo (Hollande usa l’icona del capitano inetto contro Sarkozy) e in una clava con cui i quotidiani stranieri danno sfogo al loro sentimento anti-italiano e alla loro tentazione sciovinista, proprio in questo momento l’ululato di De Falco diventa il catalizzatore positivo dell’ “altra Italia”. “Vadabbordocazzo!” siamo noi, direbbe Francesco De Gregori. È IL PAESE meraviglioso degli abitanti del Giglio che corrono al soccorso, prima ancora che suonino le sirene degli allarmi. È l’Italia del parroco don Lorenzo che apre la Chiesa nella notte della tragedia. Del vicesindaco che porta aiuti, del commissario di bordo Manrico Giampredoni che sul ponte resta intrappolato sotto il frigorifero con la gamba fracassata perché ha cercato di salvare vite. È il sorriso timido di Giuseppe Girolamo, il batterista di bordo che già imbarcato lascia il posto in scialuppa a un bambino e che ora è disperso. È l’Italia di De Falco che giustamente si schermisce e dice a Il Tirreno: “Abbiamo fatto solo il nostro dovere, cioè portare a regime il soccorso”. Poi denuncia le omissioni e le bugie di Schettino, “il fatto che il comandante parlasse di guasto elettrico non tornava con l’invito ai passeggeri di indossare i giubbotti di salvataggio. Un comandante serio non può far preoccupare inutilmente i suoi passeggeri facendo loro indossare i giubbotti se non è necessario”. E subito dopo: “La Capitaneria è un’istituzione sana, bellissima, semplice: io sono innamorato del lavoro che faccio”. EPPURE MENTRE De Falco resta con i piedi a terra, il suo slogan da maestro involontario vola: diventa un top tweet di Twitter, l’immagine dell’istituzione che c’è, che vigila, e che non si accontenta di una versione di comodo. Se l’Italia cialtrona degli Schettino borbotta scuse inverosimili, infatti, quella dei De Falco la inchioda alle sue contraddizioni. Non ci dovrebbe essere nulla di eroico, in questo, se non che in questi tempi la normalità si trasfigura in eroismo. “Vadabbordocazzo!”, infine, è un’altra immagine importante, la rottura di un altro falso stereotipo che in questi anni ci é stato propinato come verità di fede: é lo Stato che é più serio del Mercato, il decoro dell’istituzione marina contro la flottiglia low cost per abbattere le spese. É il richiamo alla regola, contro l’ubriacatura dell’arbitrio. Molti dicono: ma De Falco sapeva di essere registrato. È vero, ovviamente, ed è lui stesso che lo comunica al comandante della Concordia. Eppure non è l’imprecazione che rende bello quel documento, ma l’investigazione: l’uomo della Capitaneria (e questa è la parte più interessante del suo racconto) usa l’autorità per far cadere il castello di bugie. Non si fa abbindolare. Ce n’è in questo paese, di finti capitani, coraggiosi quasi mai, che dovrebbero scendere dalle scialuppe e obbedire a quell’ordine perentorio: “Percorra in senso inverso le scale di biscaggina!”. Il senso inverso – ovviamente – alla rotta della fuga. 


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14 risposte a “L’urlo di De Falco : “Vada a bordo cazzo!””

  1. Avatar la zanzara
    la zanzara

    la scuola di schettino e’ proprio l’achetipo delle scuole da dove sono usciti dirigenti sessantottini
    la scuola di de falco e’ l’accademia militare tanto odiata dalla sinistra
    al mondo non siamo tutti uguali, che che se ne dica ; esistono quelli con le Palle e quelli di cui madre natura non li ha dotati, e sempre che che se ne dica e si manifesti, gli uomini non devono sempre e per forza giungere alle pari opportunita’.
    sono d’accordo con il gip di grosseto nel non mantenere il fermo di schettino : il carcere serve a redentere i delinquenti, non i cretini. in galera metterei chi ha messo schettino al comando della concordia……………….

  2. Avatar ginad
    ginad

    L’Italia è piena di capitani Schettino, di Nicole Minetti, di incompetenti pluripremiati che hanno portato a fondo questo paese.
    La Concordia è la metafora di questo paese.
    Vadabbordo cazzo è il grido di dolore che dovremmo rivogere a tutti gli avvoltoi e i profittatori che pensano di non pagare dazio per tutti i danni che hanno fatto e continuano a fare, ed un poco anche a noi stessi (nessuno si senta escluso).

  3. Avatar la zanzara
    la zanzara

    ginad

    concordo con quello che dici, tranne una cosa :IO MI SENTO ESCLUSO

  4. Avatar breny
    breny

    io pure mi sento escluso, le responsabilità sono individuali, smettiamola con questa lagna

  5. Avatar ginad
    ginad

    Beati voi che avete la coscienza a posto. A me è capitato di non pretendere la fattura, a volte gli scontrini…
    E poi, come diceva De Andrè, “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”

  6. Avatar la zanzara
    la zanzara

    ginad

    non dire bischerate: se un dentista mi fa spendere 700 € meno senza fattura, se la pretendo, le SUE tasse gliele pago IO, ma visto che gia’ pago le mie !!!!!!!……………….e poi non faccio assistenza gratuita a chi prende lo stipendio per fare l’esattore, ad ognuno il suo lavoro !!!!!! QUESTO PAESE DEVE SMETTERE DI CAMPARE SOLO SUL VOLONTARIATO !!!…………….CHE VADANO A BORDO………CAZZO!!!!

  7. Avatar ginad
    ginad

    Ti faccio notare che se decidono di andare a bordo e all’uscita del dentista la finanza tii pesca senza la fattura, loro hanno fatto il loro dovere e per te sono azzi amari.

  8. Avatar la zanzara
    la zanzara

    ginad

    infatti penso che i dentisti come gli altri dovrebbero essere terrorizzati nel non emettere fattura ; invece non e’ possibile che se il cliente “pretende” la fattura egli e’ l’unico a rimetterci……………e’ che ho scritto in fronte “giocondo”!!!!…………….cioe’ se la chiedi passi anche per scemo !!!!!

  9. Avatar Francesca
    Francesca

    Il caso Condordia mette in evidenza cosa è capace di fare oggi il sistema “multimediale” dell’informazione. La velocità nel creare le figure un po’ mitiche di cui abbiamo bisogno: l’eroa da adorare ed il cattivo da vituperare.
    Per me il comandante Schettino è soprattutto una persona che non ha saputo dimostrare attitudine al comando in una situazione difficile. Insieme a lui andrebbero puniti quelli che lo hanno selezionato e messo a comando di un cosa così impegnativa come una nave con oltre 4000 persone a bordo.
    Per fare da controaltare abbiamo cercato l’eroe altrove coinvolgendo persone che facevano il lavoro a terra, magari in ufficio. Nulla da dire sul “piglio”; ma per giudicare un eroe bisogna metterlo nelle condizioni reali, dove c’è il rischio della propria vita altrimenti è troppo facile.

    Comunque concordo con chi dice che di Schettino ce ne sono tanti. E’ vero la nostra società negli utlimi 40-50 anni non ha più selezionato gli elementi “migliori” per metterli nei posti di comando e di responsabilità. Ci sono finiti gli “amici degli amici” , gli yesman ei soliti raccomandati. I risultati li stiamo vedendo tutti: la nazione intera scarseggia di “buoni comandanti” e la “Nave Italia” rischia di affondare.

  10. Avatar breny
    breny

    ginad
    io NON ho proprio per niente la coscienza a posto e non mi assolvo proprio per niente.
    Cosa c’entra ?????????????????????????????

  11. Avatar ginad
    ginad

    breny
    c’entra, c’entra..
    se tutti facessimo sempre il nostro dovere, anche nelle piccole cose, andrebbe tutto meglio.
    Purtroppo non basta protestare e sfogarsi in internet, è nella vita reale che dovremmo ribellarci alle piccole e grandi ingiustizie e metterci la faccia, anche a costo, come dice zanzara, di passare per scemi.

  12. Avatar la zanzara
    la zanzara

    ginad

    io ci metto la faccia per me, non per gli altri…………….ribellarmi , nella vita, mi ha sempre procurato grattacapi e continuero’ a farlo, ma ripeto non per gli altri ; gli evasori li deve trovare lo stato, non che per smascherare un evasore devo pagare le tasse in sua vece ( cornuto e mazziato)

  13. Avatar breny
    breny

    11 ginad
    sono d’accordo al 1000 per cento, l’ho sempre detto: basta col puntare sempre il dito.
    ma questo caso che parla dell’irresponsabilità di un singolo (se non ho capito male dato che sinceramente ho seguito proprio poco poco) non c’entra, cioè non ci sto a ripetere l’eterno ritornello/luogo comune “abbiamo fatto ancora una figuraccia”.
    Cioè: non gli tiro le pietre (sport preferito ormai da decenni dai più) ma non mi sento di assumermi anche questa di colpe. Se colpa sarà, sarà solo di chi l’ha commessa.

  14. Avatar Giordano
    Giordano

    …….anche i finanzino hanno i denti…..

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