di LUCA TELESE
Noi questo ragazzo nudo che corre per le strade di Atene, come uno spirito provvidenziale e pacifico in un giorno di guerriglia urbana, lo abbiamo amato da subito. Noi, questo ragazzo pacifico e nudo, scalzo, disarmato nel tempo delle manovre che demoliscono le certezze, le tutele e i diritti lo vorremmo adottare: come un simbolo di resistenza civile e non violenta. Come il simbolo di una campagna di autodifesa dall’ultimo straordinario parto del governo tecnico che regge le sorti di questo paese: la legge di stabilità. Contro, cioè, l’ennesimo provvedimento che aumenta le tasse indirette contro la classe media e contro i settori più poveri e indifesi della popolazione italiana. Nel giorno in cui le imprese e le categorie si ribellano, nei giorni in cui una delle voci più ferme contro le manovre non è quella di qualche esotico zapaterista italiano, ma quella del presidente della Confindustria Squinzi, forse sarebbe il caso di farsi qualche domanda in più. E’ per questo che, anche in nome di questo ragazzo che corre, chiediamo ai partiti che sono in parlamento di non votare i provvedimenti più gravi, quelli che da due giorni stiamo raccontando su questo giornale: quelli che demoliscono la scuola pubblica, quelli che tartassano i produttori (l’Iva) quelli che si abbattono su tutti i precari e i sottopagati con partita Iva, contro chi compra e chi vende. Più o meno contro tutti, perché le tasse indirette stanno strozzando l’economia, demolendo il Pil, aumentando il debito. E’ successo prima in Grecia, poi ad Atene, quindi in Portogallo. Adesso l’onda lunga si abbatte anche su di noi. Con minime varianti,la ricetta suggerita per superare la crisi è: massacrare di tasse il ceto medio, massacrare di tasse il ceto medio, massacrare di tasse il ceto medio. Dopo aver portato a termine questo lavoro, si taglia lo Stato sociale, con l’effetto di lasciare in mezzo a una strada, sia i vecchi che i nuovi poveri creati dalla crisi e dalle manovre di austerità. Il governo Monti si era presentato quasi un anno fa, in questo paese, con un trittico di intenti che pareva virtuoso: rigore, sviluppo, equità. Di equità ne abbiamo vista poca. Di sviluppo nessuno. Di rigore tantissimo. Questo ragazzo è l’eroe di una guerra che sta attraversando l’Europa, i paesi, le classi sociali. Stella Prudente, la caporedattrice esteri di questo giornale, ha inseguito la sua storia a distanza, ci ha raccontato la sua epifania nelle strade e nelle piazze che ieri hanno battezzato un morto. Noi, a questo ragazzo vorremo corrergli dietro per capire come ha fatto a passare indenne e nudo, in mezzo ai manganelli. Il suo segreto è la nostra speranza.
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