Non so se il presidente della Fgic Carlo Tavecchio riuscirà, come dice, a dimostrare di essere vittima di un’intervista manipolata. A dire il vero non lo credo affatto. La sua esternazione in cui ci racconta di aver comprato la sede della Lega dilettanti “da quell’ebreaccio di Anticoli”, e aggiunge: “Non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada” è un autoritratto perfetto. È il vero Tavecchio che parla così, quello falso legge discorsi non suoi. Notevole anche la conclusione del ragionamento, la bonus track: “Tenete lontano da me gli omosessuali”. Sembra il campionario di battute di un personaggio-macchietta, costruito da uno sceneggiatore creativo per inanellare luoghi comuni tipici da nazista dell’Illinois (come quelli dei Blue’s brothers). Manca la battuta sui negri? Tavecchio l’ha già fatta: “Opti Pobà” che “mangiava le banane” è il grande successo che l’ha fatto conoscere al mondo. E una sulle donne? Anche quella già fatta: “Si pensava che fossero handicappate rispetto al maschio, ma abbiamo riscontrato che sono molto simili”. Bontà sua: la tiene per i bis. Insomma Tavecchio non è un gaffeur, è proprio così: così truce che fa ridere, come i Casamonica in tv. In tutto il mondo questo genere di eroi si dimettono. Da noi fanno carriera, firmano autografi e diventano presidenti. Il problema è che siamo tutti un po’ Tavecchio. La mancanza di una battuta sui terroni, per esempio, mi ha convinto che è davvero vittima di un complotto: sono certo che l’intervistatore fosse un malefico nano.
Luca Telese
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