Generale Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’ Aeronautica….
«Ovviamente si, lo ammetto».
Dov’era nel 1980 il giorno della strage di Ustica?
«Allo Stato maggiore, già allora: servizio di Difesa Aerea, tenente colonnello».
La persona giusta!
«(Sorriso) Come vede sono competente, è informato sui fatti: spero che anche questa non sia una colpa…».
Perché questo sarcasmo?
«Esce un nuovo film, di Martinelli, basato su teorie fantasiose e assurde. Su Canale 5 stasera trasmettete un docufilm francese che per me infanga le forze armate. Spero di poter spiegare perché!».
Non è stata una intervista, quella che state per leggere, ma un piccolo incontro di pugilato: Dino Tricarico mi ha chiamato appena ha saputo che il documentario di Canal Plus, “Il missile francese”, sarebbe andato in onda a Matrix (stasera). È un uomo abituato al comando, non le manda a dire: «Telese, questo titolo è una bufala che riprende una bufala!».
Il generale oggi dirige un istituto di studi di Intelligence militare, è un esperto di strategia, un uomo stimato. Ma la sola idea che parli di Ustica lo fa star male: «Ho un dovere morale: difendere i nostri generali, che hanno difeso quello che è anche il suo Paese, assolti dopo essere stati messi sotto processo per alto tradimento! Si rende conto? Hanno rinunciato anche alla prescrizione perché convinti di essere assolti! Eroi».
Scusi generale, cominciamo da qui: lei cita una assoluzione nel processo ai generali…
«Certo!».
Ma contesta il lavoro delle commissioni di indagine, e la sentenza più importante, quella del giudice Priore?
«Certo: è una sentenza suggestiva e priva di prove».
Parliamo del documentario di Canal plus?
«Stasera mi metterò davanti alla tv, alle 23.30. E non lo vedrò! So chi ha manipolato i giornalisti francesi».
Chi?
«L’ associazione delle vittime, ovvio. Un film fuorviante fin dal titolo».
Non è stato un missile ad abbattere l’ aereo?
«Non c’ è nessuna traccia di missile nelle perizie».
Questo lo dice lei!
«Lo dicono i migliori periti del mondo».
E come sarebbe caduto l’ aereo?
«Bomba nella toilette, punto».
È informato che nell’ istruttoria ci sono le foto degli arredi integri della toilette?
«Cosa c’ entra questo?».
Ha visto quelle foto?
«Le ho detto che è inessenziale».
E se le faccio vedere le fotocopie ?
«Prendo atto. Ma la toilette non era intonsa: ci sono tubi schiacciati sul reperto».
Gli oblò del Dc9 sono quasi tutti integri!
«Senta, solo una pressione di 400 chili per chilometro quadrato, cioè una bomba, poteva piegare quei tubi».
Lo dicono i migliori periti del mondo.
Ma dagli atti risulta chiaramente che l’ aeronautica ha mentito. Le posso citare i radar? Marsala, Ciampino, Otranto…
«E allora?».
Tutti i registri e le bobine strappati o cancellati!
«Lei ha ravanato nell’ immondezzaio e ha tirato fuori tutta la spazzatura che c’ era».
Tutti i dati che le cito sono contenuti in atti e sentenze giudiziarie, relazioni di commissioni di inchiesta.
«Questi documenti sono stati tutti smentiti dai fatti».
Se dice così penso che lei non li abbia letti. Anche perché c’ è una inchiesta in corso che la magistratura ha riaperto a Roma dopo le rivelazioni di Cossiga.
«Le ho lette, le ho lette quelle carte…».
E allora non sono vere?
«Sono vecchie. C’ è una sentenza più recente, del 2007. Credo a quella».
Non crede all’ ex presidente del Consiglio Cossiga, ex capo delle forze armate?
«Ehhhh…. Lei sa che Cossiga diceva molte cose».
E secondo lei mentiva quando ha parlato delle responsabilità su Ustica?
«Io penso che non sapesse esattamente la verità. Avrà avuto informazioni sbagliate».
Lei non crede nemmeno al sottufficiale Dettori, morto suicida dopo aver detto che quella sera si è rischiata una guerra mondiale?
«No. E non credo a chi ha riferito le sue parole, e nemmeno a lei».
Ovvero a tre diversi testimoni: la figlia, la moglie e la sorella della moglie.
«Da quello che mi hanno riferito si trattava di un uomo molto malato. Il generale Bodrini è stato accusato di depistaggio per aver scritto nel rapporto che era affetto da “patologia psichiatrica”».
Anche un altro sottufficiale di servizio al radar di Otranto si è suicidato dopo avere manifestato la stessa angoscia.
«E che vuol dire? Non c’ è relazione. Lei va a ravanare in due milioni di pagine di coincidenze ne trova quante vuole».
Due ufficiali, che lavorano in un radar, la stessa sera, testimoni e suicidi? Bella coincidenza.
«Nell’ arco di dieci anni, ogni morte occorsa tra ufficiali dell’ aeronautica è stata accollata alla strage di Ustica! Dietrologia».
Ma perché secondo lei i familiari si sarebbero inventati la teoria de missile?
«Non posso rispondere».
Io so che lei ha un’ opinione ma non la vuole ripetere.
«Mi sto riservando atti legali che ancora non so se andranno a buon esito».
Nei confronti di chi?
«Non le posso rispondere, cos’ è un interrogatorio?».
È lei che mi ha parlato di questo atto. Cosa fa, l’ omissis?
«Io sono contento di aver potuto dire una verità che per anni è stata tacitata. Non ci sono missili, solo una bomba nella toilette».
Lo sta dicendo.
«No! Sono stato dimissionato da consulente militare di Palazzo Chigi dopo una interrogazione della Bonfietti. Per aver detto questo!».
Ma ha mentito anche la Nato che ha parlato di aerei in volo?
«Non c’ era nessun aereo, nessuna guerra. Nulla. Si fidi».
LUCA TELESE
Rispondi