Paraparapà. Era il momento più atteso. Settimana di ascolti schiacciasassi, il festival fa satira su tutto e tutti, spella viva la soubrette più famosa d’ Italia, porta sul palcoscenico Elton John e i nastrini arcobaleno. Poteva la mattatrice Virginia Raffaele dimenticare il suo cavallo di battaglia, l’ imitazione del ministro Maria Elena Boschi? È vero, per aver definito «incestuoso» il rapporto governo-banche, Massimo Giannini si è preso una querela e le invettive dei parlamentari renziani. Ma quello è giornalismo, questa è satira, la satira deve essere libera. E infatti, sulle note di una nota colonna sonora da commedia all’ italiana, Virginia compare in cima allo scalone col noto completino blu elettrico. Carlo Conti la chiama, e lei si mette a novanta gradi. «Ministra, che fa?». E lei: «Non trovo il salvabanche». Poi è la volta di Gabriel Garko: «Ministra, le pesa un conflitto di interessi sul caso Etruria?». E lei: «Basta con le battute sessiste!». Paraparapà. Applausi scroscianti. Ancora Conti: «Ministro, come si sceglie il nuovo Cda di Etruria?». Lei: «Siamo per l’ Italia del merito. Stiamo cercando un condannato per bancarotta che ci consigli».
Papaparapà, risate.
A proposito: questo siparietto non è mai andato in onda. In un paese in cui un capostruttura salta per 40 secondi di anticipo a capodanno, chi vuoi che rischi la pelle per una imitazione? Prendiamocela con Belén, non si arrabbia nessuno: paraparapà…
LuTel
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