Grillo se lo ritrova a tavola e gli tocca improvvisare. “Così fa il gioco di Salvini”. Il M5S, che aveva preteso di neutralizzare i renziani, finisce con l’averli come socio chiave. Il fondatore allora cerca di spostare l’attenzione sulla Lega.
E poi arrivò il grido di dolore del guru pentastellato: «Questa scissione è una minchiata. Ma il tono di Beppe Grillo ieri non era solo sarcastico, ma anche contrariato, e in queste ore di incertezza sugli equilibri mutati della maggioranza rappresenta bene lo stato d’animo dei pentastellati che stavolta si sentono traditi, beffati, addirittura raggirati dall’uomo di Rignano.
Non è solo questione di stile ma c’è un problema politico. Renzi con questa mossa – malgrado la sua debolezza – esce come un pupazzo dalla scatola, come una matrioska da un involucro celato, dove la sua “Italia viva” è rimasta nascosta, fino all’ultimo momento utile.
Adesso gli uomini del M5s si ritrovano con un alleato indesiderato, ferito e desideroso di tarsi notare per giustificare la sua esistenza. Con un uomo che per il loro elettorato è indigesto e impresentabile. Un conto era avere Renzi imbrigliato in un grande partito, un altro è averlo fuori controllo, seguito da una pattuglia di fedelissimi pronti a vendere carissima la pelle.
Quando Renzi dice «il governo da oggi sarà più forte», tutti pensano a «Enrico stai sereno». Questa reazione di sconcerto non sorprende perché era logica, ma stupisce per l’intensità con cui si sviluppa. La stizza del Movimento 5 stelle alla notizia della scissione renziana è spiegabile in più modi ed articolata con più voci.
Dapprima c’è stato un segnale premonitore: l’arrabbiatura di Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio è interdetto per il fatto che lo strappo sia stato reso noto solo dopo aver incassato le nomine ministeriali e dopo aver collezionato le poltrone di sottogoverno (rispettivamente, due e due). Ma il vero malessere, nel mondo pentastellato, è quello raccontato dal post di Beppe Grillo: «Di solito, prima di fare qualcosa di importante», spiega Grillo, «si è presi dai dubbi, si valutano i pro e i contro, si possono vivere anche giorni di tormento inferiore, poi ci si esaspera e si fa una minchiata d’impulso! I Mattei sono passati entrambi alla minchiata d’impulso.
Il Paese», osserva il comico genovese, «è instabile e pieno di rancori, non è il momento di dare seguilo a dei narcisismi». Il lungo post, intitolato con sarcasmo evangelico «Lettera ai renziani», merita di esser letto in filigrana: «In questo momento», dice il fondatore del Movimento, «c’è una sola onda, con sopra soltanto due surfisti: Conte e Salvini. Il gradimento e l’attenzione degli italiani si sono quasi completamente biforcati su di loro, la ragione è molto semplice e non esiste un dito abbastanza grande dietro cui nascondersi.
L’ex ministro dell’Interno, d’ora in poi “il fuggiasco”, è nel pieno di una escalation», scrive Grillo, «di bambini abbracciati e santini, circondato da una variabilmente temibile armata di nervosissimi compatrioti». E ancora: «II fuggiasco, per via del fatto che non è più aviotrasportato dal ministero degli Interni, deve crescere i toni ed accelerare l’arroventamento degli animi di lutto lo scontento possibile. Cercherà di trasformare ogni valle del Paese in una piccola Pontida! Non gli basteranno tutti i primogeniti d’Italia», spiega Grillo, «per le sue celebrazioni deliranti».
Ma qui si arriva alla parte più gustosa dell’epistola, che è anche la più rivelatrice sugli umori del M5s. «Intanto», incalza il padre nobile del M5s, «Matteo Secondo, fra una manata di pop corn e l’altra, è scomparso dalla top ten dei politici più graditi, in qualcuna c’è ancora ma… sotto a Franceschini. Cosi annuncia improvvisamente di fare una “Ronzata” (che ha un sinonimo molto più diffuso ed amato in Italia, non lo voglio ripetere… per non dare soddisfazione ai due Mattei)».
Ma subito dopo la battuta greve e allusiva, il sarcasmo diventa di nuovo analisi: «Renzi», sostiene Grillo, «è un animale politico di livello, si accorge di come vanno le cose velocemente; se aspetta la Leopolda non gli resterà altro da fare che spogliarsi davanti a tutti e mostrare tatuaggi Bee and Fmi forever! Insomma, sa che ogni minuto di assenza dalle scene, in queste settimane, corrisponde ad un oblio di mesi e si sente improvvisamente tornare su i popcorn!».
Di nuovo battute, sarcasmo: «Renzi è addirittura in piena indigestione da popcorn: ha capito che l’abbuffata di guardonismo politico lo potrebbe annientare dalle scene». Poi però arriva il vero sospetto, il vero attacco politico: «Per questo Renzi minaccia il Paese di far cessare lo scontro fra i due veri ercoli del gradimento, con il grave rischio, per il nostro Paese, di svegliarci tutti con Pontida capitale».
Insomma, un messaggio a doppia lettura. Da un lato il sarcasmo, dall’altro l’accusa, tutt’altro che ironica, di lavorare per Salvini, pensando di guadagnarsi uno spazio per sé. Sarà un attacco politico o una profezia? Non resta che aspettare.
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