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La risposta del direttore Telese alla lettera dell’associazione Polo Civico Esquilino, sulla polemica relativa a Piazza Pepe e alle polemiche che la proposta di Telese ha portato con sé
Luca Telese
Questa lettera, che pubblichiamo volentieri, nasce come risposta ad un mio editoriale pubblicato su Il Centro. Già curiosa la modalità. Io raccontavo l’esperienza esemplare di una piazza degradata in cui dovrebbe sorgere un parco per bambini (progetto fantastico), ma che per ora è in mano agli spacciatori. Mi chiedevo come si possono cacciare. Il comitato rappresentato da Barbara Bonomi (che per carità, sarà figlio di cento associazioni e di cento anime) si presentava con un unico e incomprensibile (almeno per me) dogma ideologico, declinato in questo slogan: “No cancelli”. Per aver sostenuto la tesi banale e ovvia: “Sì ai cancelli quando servono per proteggere uno spazio pubblico dal degrado” mi sono preso un paio di cazzotti (per pura fortuna andati fuori bersaglio) da uno dei volti di spicco del comitato, il mitico e simpatico Andrea Alzetta detto “Tarzan”. Ora, prendete questo scritto della signora Barbara non solo come un intervento utile, ma come un saggio antropologico: a nessuna delle argomentazioni che ho sostenuto nel mio articolo, Barbara Bonomi da una risposta. Non solo: cita, in modo affastellato, decine di idee e cose condivisibili, che tuttavia non hanno nessuna attinenza con il tema. Quindi la regina Barbara si produce in uno scintillante insalatone di luoghi comuni e frasi fatte, e Legambiente auntocompiaciuto: se é stato fatto qualcosa di buono é merito del suo comitato. Subito dopo la regina definisce (ed é la sfumatura più simpatica del pezzo) Tarzan e il sottoscritto come degli “oranghi” e se stessa come “la regina delle Scimmie”. Dopo una meravigliosa infilata di supercazzole che avrebbero mandato in estasi Nanni Moretti, non rinuncia al dogma di fede (che come potete constatare voi stessi) è sempre “No cancelli!”. Non solo: quando le si fa notare che l’esempio virtuoso (piazza Vittorio) “di multi-etnicità, di pluralità, di integrazione e di convivenza tra culture e generazioni” (prendo a piene mani dal suo lessico, per descrivere fatti veri e innegabili) è protetta da un meraviglioso cancello umbertino, la regina Barbara fornisce una risposta che io – sarà un limite mio – non riesco a capire (le piace? Non le piace quel modello? Boh). Quindi, alla carissima signora Barbara, posso solo rispondere: viste le argomentazioni delle scimmie chic, non posso che arrendermi: alla retorica delle scimmie alfabetizzate e querule io preferisco la lingua tribale ma onesta di Tarzan. Tarzan almeno ci mette la faccia, l’ugola, all’occorrenza le mani. Ma Tarzan non prova a venderti le supercazzole come una liceale nel tema a piacere: non pretende di essere chic, non ritiene di essere una primate solo perché si mette a solfeggiare un rosario di frasi fatte. Le scimmie che inseguono Tarzan sulle liane dei contenuti, ma poi sbuffano “Signora mia che bruto!”, sono spesso buffe, quasi sempre grottesche. Ma d’altra parte a me delle supercazzole non importa nulla: io considero pericolosi quelli che scambiano gli spacciatori per clochard, e ho l’unico obiettivo di difendere gli spazi sociali collettivi dai vandali e dai criminali. Avrà sicuramente ragione Barbara, d’altra parte io sono un orango, per di più panzuto, alle cime così alte dei suoi arborei salotti non ci arrivo neanche se prendo la rincorsa e vado a studiare a Yale.
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