Dunque: questa sera sono uno dei convitati alla puntata di Matrix sulla sfida dei candiDati leader del Pd. Una sfida che si celebra in modo separato perchè Bersani non voleva il confronto diretto. L’ho già detto in varie occasioni, ma adesso vorrei tornare ancora a dire cosa penso di questo triello zoppo. Non mi pare (soltanto) una rottura di galateo democratico. Mi sembra una questione simbolica. Il centrosinistra potrebbe parlare al paese, e farlo appassionare alla sfida, così come hanno fatto Obama e Clinton con le loro primarie. Menandosele di santa ragione, certo. Ma restando uniti nel momento della battalgia finale, e coinvolgendo, grazie al fascino della sfida, quell’opinione pubblica che resta distante. Invece non lo fanno. Lunedì sera ero da Lerner, e la cosa che più mi ha colpito di Franceschini era questa difficoltà incredibile a dire una cosa forte, chiara, definita, su qualsiasi tema, dalla Binetti agli operai. Dicono molte cose sensate, questi leader del Pd, ma non ne dicono mai una che buchi davvero. Ci vorrebbe un leader che avesse la solidità di Bersani, i calzini (avete capito) di Franceschini, e la lingua moderna di Marino. Putroppo, invece, tutto questo non c’è, la sfida è andata su you tube, e il Pd continua a lasciare l’agenda in mano a Berlsuconi e a Tremonti. Mi auguro che questa sera Marino (almeno lui) mi stupisca. Domani vi dico, scrivetemi cosa ne pensate.
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